Spostandosi verso ovest, rispetto alla stazione ci si imbatte in un’area spaziosa, solcata da una statua di un uomo a cavallo, un edificio contemporaneo chiamato Kiasma ed un enorme palazzo di granito, con scalinata e colonnato imponenti, poco lontano si scorge un altro edificio di vetro ed acciaio.
Nell’ordine: il generale Mannerheim, il museo d’arte contemporanea, il parlamento e Kamppi, l’appena inaugurata stazione degli autobus + centro commerciale. Un centro assolutamente presente: la repubblica finlandese, l’arte contemporanea, il nuovissimo e scintillante Kamppi e poco lontano, in fondo alla Mannerheimintie, l’opera, lo stadio olimpico ed il sobrio quartiere di Töölö, dove negli anni quaranta abitavano burocrati ed autonome artiste finlandesi.
Niente male. Potrebbe essere questo il tanto agognato centro di Helsinki, forse un po’ troppo dinamico. Troppe macchine, autobus che ogni cinque minuti risalgono dal garage, skateboarders che utilizzano le morbide architetture del Kiasma per fare le acrobazie. Un centro di Helsinki avrebbe forse bisogno di un po’ più di tranquillità. Questa zona potrebbe essere il centro di qualche altra città, ma non di Helsinki.
Consultando la cartina, decido che forse sarebbe meglio muoversi verso est e smetterla con l’ovest. Camminando verso est, ripassando davanti alla stazione, si risale, seguendo le linee del tram fino a Kaisaniemi e proseguendo, si arriva ad un ponte dall’aria antica. Ci sono alcuni buchi nel granito, pallottole esplose nella guerra civile, quando i cittadini di Helsinki si erano divisi in bianchi e rossi. Il ponte si chiama Pitkäsilta, il ponte lungo. A camminarci sopra non sembra molto lungo. Saranno venti metri al massimo, un ponticello. Ci vuole un po’ di tempo per capire cosa significa ponte lungo, esso determina una distanza sociale e non spaziale. Attraversando il lungo ponte, ci si trova scaraventati giù dalla scala sociale, ci si ritrova a Kallio.
Kallio è il quartiere dove fino agli anni ottanta c’erano le fabbriche ed attorno alle fabbriche, i dormitori, dove gli operai trascorrevano il tempo tra un turno e l’altro, stretti in appartamenti di due stanze, circondati da moglie e prole oppure da altri colleghi. La piazza principale di Kallio si chiama Hakaniementori e rappresenta il centro della Helsinki proletaria. La manifestazione del 1° Maggio comincia qui, attraversa il Pitkäsilta e invade la Helsinki dei padroni. È una piazza che non si percorre soltanto come quella del Senato, ci si fa la spesa, si gironzola, ci si incontra. Le code per il cibo distribuito gratis dal municipio o dall’esercito della Salvezza riempiono ancora oggi la piazza di domenica, ma mai come negli anni ottanta, quando il lama (la recessione) aveva messo il paese in ginocchio.
Giacomo Bottà
(4 – continua)