Altre 120 firme sono state raccolte sabato scorso a piazza Garibaldi da Radicali Sondrio per EutanaSIAlegale, la proposta di legge ad iniziativa popolare promossa dall’Associazione Luca Coscioni. Sondrio si conferma, quindi, sempre di più una città impegnata sulle problematiche delle libertà civili.
L’eutanasia è, che ci piaccia o meno, un dato di fatto. Una pratica presente in tutti gli Stati occidentali e alla quale ricorrono moltissimi malati terminali. L’unica differenza tra il sistema Italia e quello di molti altri Paesi (come la Svizzera, l’Olanda, il Lussemburgo) è che da noi è illegale. Cioè clandestina. Vietata. Nel migliore dei casi un tabù che per convenienza o perbenismo mentale è meglio ignorare.
La legge sull’eutanasia non è una scappatoia facile e forse banale per sfuggire dalle difficoltà della vita. Tutt’altro. La legge sull’eutanasia porta con sé uno dei principi cardine dello Stato di diritto e dello Stato liberale (ammesso che di Stato liberale possiamo ancora parlare): la facoltà di scelta. Anche, e soprattutto, in situazioni di sofferenza. Come per il divorzio, come per l’aborto, le grandi battaglie pro-choice hanno una forza intrinseca che spesso supera le barriere ideologiche: il concetto di libertà. “Io non la farei mai l’eutanasia, ma credo che non sia giusto imporre il mio punto di vista agli altri, ecco perché sono venuta a firmare”, ha detto una signora qualche settimana fa.
Nel corso della giornata di sabato sono state poi raccolte anche 94 firme per la proposta di legge sull’introduzione del reato di tortura nell’ordinamento penale italiano, 93 firme per la proposta di legge sul rispetto dei diritti costituzionali nelle carceri e 83 firme per la proposta di legge sulla depenalizzazione del reato di consumo delle droghe (queste tre proposte sono promosse dall’Associazione Antigone). Il totale dei contribuiti raccolti sabato ammonta a 156 euro.
Claudia Osmetti