Firenze – Ieri 21 maggio il Tribunale di Firenze, giudice Matteo Zanobini, ha condannato l'Aduc a 5.000,00 euro di danni morali e circa 2.500,00 di spese legali da versare a Publiacqua, per aver criticato il gestore idrico che aveva preteso un doppio pagamento del servizio in seguito a fallimento del letturista Asco che, presi i soldi dagli utenti, non li aveva versati a Publiacqua.
Vediamo gli attori e i fatti.
Publiacqua è gestore monopolista del servizio idrico della zona fiorentina, società per azioni costituita tra i Comuni a cui eroga questo servizio. Comuni che sono gli stessi a dettare le regole, attraverso l'autorità idrica Aato, a cui si deve attenere Publiacqua.
Asco Snc, società di due consiglieri comunali di un Comune dell'area metropolitana fiorentina, è uno dei tanti 'letturisti' che gli utenti idrici che vivono nei condomini sono spesso costretti a scegliersi come intermediario verso Publiacqua: Asco legge i singoli contatori dei condomini, riscuote dagli stessi con in più il proprio aggio e versa il dovuto a Publiacqua rispetto a quanto indicato in un unico contatore condominiale. Ad un certo punto Asco Snc si trasforma, sempre con gli stessi soci, in Asco Srl e a giugno del 2009 fallisce, non pagando a Publiacqua quanto riscosso dagli utenti fin dal gennaio del medesimo anno. Facile pensare che la trasformazione societaria sia avvenuta per affrontare il fallimento con una responsabilità limitata (srl) e non illimitata (snc). Un nostro esposto in merito alla Procura della Repubblica di Firenze viene archiviato perché, dice il procuratore, «non è chiaro il passaggio dei soldi» (SIGH!!???).
Ad Agosto del 2009 Publiacqua intima agli utenti che avevano già pagato ad Asco, di pagare di nuovo perché il loro letturista non aveva versato quanto già raccolto per le bollette. Publiacqua sapeva fin dal gennaio 2009 della precaria situazione economica di Asco che non le versava il dovuto, e le aveva concesso una dilazione per pagamenti che poi non sono mai stati effettuati perché Asco Srl è fallita.
Publiacqua, che quando qualche utente non paga una bolletta dopo pochi mesi stacca il servizio, per Asco (ripetiamo: della cui situazione economica Publiacqua era al corrente) usa un altro parametro, consentendole, mentre non versava loro il dovuto, di continuare a farsi pagare le bollette dagli utenti. Se consideriamo che Publiacqua è una Spa composta da Comuni il cui scopo è l'amministrazione dei cittadini e non quella di crearsi un lucro fine a se stesso, la vicenda ci aveva lasciati basiti e per questo avevamo emesso, ad agosto del 2009, un comunicato stampa dal titolo “Bollette acqua a Firenze. Publiacqua come gli usurai? La minaccia di 'tagliare' l'acqua arriva in pieno agosto”. Comunicato per il quale il gestore idrico ci ha denunciato e per il quale è stata emessa questa sentenza di condanna, di cui al momento conosciamo solo il dispositivo e non le motivazioni che, quando saranno pubblicate, impugneremo in appello.
Che dire? Asco fa le sue alchimie per fallire senza danni per i propri soci e facendo pagare la sua mala-amministrazione agli utenti idrici. Publiacqua avvalla e, di fatto, contribuisce all'aggravarsi di questa situazione. È lecito o vietato esprimere in merito a ciò dei dubbi sul suo operato? Sulla sua buona fede? È possibile esprimere il dubbio che tra politici (Asco proprietà di due consiglieri comunali e Publiacqua il cui vertice è di nomina politica, tutti di centro-sinistra) ci sia una sorta di omertà?
Non lo sappiamo, visto che l'unico procedimento penale in corso è quello contro Aduc che ha denunciato e criticato la vicenda, e forse non lo sapremo mai. Ci auguriamo che per esprimere oggi ancora questo dubbio che ci è costata una dura condanna che vi raccontiamo, non ci costi un nuovo procedimento penale con l'obbiettivo di silenziarci del tutto.
E intanto Aduc, associazione no-profit che rifiuta ogni finanziamento pubblico, è l'unica -almeno per ora- che dovrà pagare e corre il serio rischio di chiudere perche' non ha le somme necessarie ad ottemperare alla sentenza.
ADUC
Associazione per i diritti degli utenti e consumatori