Vercelli – In occasione della Mostra “Gli Ebrei sotto il regno sabaudo” in corso a Santhià, sotto gli auspici dell’Assessore alla Cultura di Santhià dott. Zai ed organizzato dalla Associazione Italia–Israele di Vercelli si è svolto mercoledì 8 maggio 2013 nella bella cornice della Sala conferenze della Biblioteca Civica di Santhià l’incontro avente per tema : “Gli ebrei sotto il regno sabaudo e la Shoah in Italia”.
La Mostra, allestita a cura dall’Ass. Figli della Shoah di Milano, è costituita da riproduzioni fotografiche di documenti e reperti relativi al periodo che va dal 1860 al 1946, raccolti da Gianfranco Moscati. Ha presieduto l’incontro, facendo poi da moderatore, il dott. Giovanni Mancini.
Era presente una ospite di eccezione, Olga De Bianchi, testimone di molti degli eventi trattati: applicazione delle “Leggi razziali”, cattura e trasferimento di famiglie ebree dopo l’armistizio, aiuto ai perseguitati. Con parole semplici ma commoventi la signora Olga ha reso la sua testimonianza ai presenti, ricordando in particolare l’episodio nel quale, accompagnando alcuni fuggiaschi ebrei alla Stazione ferroviaria di Torino ricevette da un soldato tedesco un colpo ad una mano di cui porta ancora i segni.
Renzo Bellardone ha poi dato inizio alla serata recitando un brano poetico molto coinvolgente dal titolo “Le Baracche di Fossoli” di Roberto Malini (da Dichiarazione, Edizioni Il Foglio 2013).
Il prof. De Fazio ha illustrato brevemente cosa sia stato “Fossoli”, il principale campo di raccolta e di transito per ebrei in Italia, e cosa abbia rappresentato.
È poi giunto al vivo della trattazione cercando di spiegare come si sia passati dall’emancipazione e dalla piena integrazione degli ebrei in Italia alle infami “Leggi razziali” e poi alla “Shoah”, anche in Italia.
Le distorte ideologie naziste di matrice psicologica, economica e razziale portarono anche in Italia il loro frutto velenoso e indussero Mussolini a seguire l’alleato tedesco nell’abominio.
Nel dibattito seguito alla trattazione il notaio Mancini fa osservare quanto siano state rilevanti se non determinanti, a suo avviso, anche motivazioni di tipo religioso, antigiudaiche, risalenti ad epoche antecedenti l’avvento del nazismo.
Altri partecipanti intervengono rilevando come si tenda a rimuovere dal ricordo collettivo temi quali la persecuzione degli ebrei, la Resistenza, la Guerra Civile e soprattutto dimenticando colpe e responsabilità.
In particolare la signora Ettorina Sicuranza lamenta che le aspettative del papà partigiano siano andate completamente deluse e Valerio Biandrino sostiene che si è voluta una pacificazione ad ogni costo, altri che l’epurazione alla fine della guerra non sia stata sufficientemente severa.
Ancora una volta diciamo Zachor! Ricorda!
Associazione Italia-Israele Vercelli