Quando si occultano le notizie o si trasmettono sistematicamente in maniera distorta, può capitare che un semplice evento metta allo scoperto una così prolungata manipolazione informativa. È proprio quel che è accaduto con le elezioni venezuelane e il modo in cui sono state riportate a Cuba dalla stampa ufficiale. Scomparso Hugo Chávez e cominciata la campagna presidenziale, tanto la televisione quanto la carta stampata dell’Isola si sono arrogati il compito di dimostrare quanto fosse poco popolare il candidato dell’opposizione Henrique Capriles. Ogni giorno, per cominciare bene la mattina, la televisione nazionale assicurava che Nicolás Maduro avrebbe trionfato nelle elezioni. Tutti predicevano una vittoria schiacciante.
Per questo nella notte di domenica scorsa, quando finalmente sono stati resi noti i risultati elettorali, la maggior parte dei cubani non è riuscita a capire cosa fosse accaduto. La poca differenza di voti tra Maduro e Capriles ha sorpreso chi aveva creduto al periodico Granma quando parlava dell’immenso sostegno popolare su cui poteva contare il “presidente sostituto”. Certamente, la modesta differenza tra i due candidati, meno di duecentocinquantamila voti, non aveva niente a che vedere con i pronostici fatti dalla propaganda ufficiale cubana. La realtà è che le urne hanno messo in evidenza un Venezuela praticamente diviso in due, una situazione polarizzata nella quale governo e opposizione possono contare sul sostegno di milioni di cittadini. Una nazione divisa a metà, che vive uno scontro ideologico forte e che sembra imboccare la strada di una crisi di grandi proporzioni.
Adesso per la stampa cubana sarà più difficile parlare del Venezuela come di un paese monocolore, votato a un solo partito. Abbiamo ascoltato il responso delle urne che è molto distante da quella unanimità – che ci hanno voluto far credere – e dal sostegno totale a Nicolás Maduro.
Yoani Sánchez
(dal Blog Cuba Libre, El País, 17 aprile 2013)
Traduzione di Gordiano Lupi