Esistono sensazioni difficili da narrare. Le parole, quelle, non mancherebbero, ma sfuggono. Oppure si rintanano in un dolore profondo. Il dolore della carne che strappa, violento, un universo.
Resta il vuoto, la rimozione o, più semplicemente, la paura. Marisa Cecchetti non ha paura. Perché quel desiderio di terra, che poi è un desiderio di vita, lo mette nero su bianco dalle prime righe ricorrendo a una poesia capace di sporcarsi, sia pure con leggerezza, col tormento.
Sono versi femminili. In cui un ancestrale coraggio torna, ma in una forma che lascia spazio alla percezione, e al tempo che la percezione impone. Non è facile raccontare, specialmente in versi, quel male che un giorno si presenta arrogante e certo che la battaglia sarà impari. È un lampo. Di fronte al quale è necessario rimettere in circolo nuove risorse che nelle parole si fanno alchimia.
I versi di Marisa Cecchetti sono storie. Le nostre storie di straordinaria quotidianità, di ricordi, di un tempo segnato dal tormento del mondo, dalle utopie, dalla realtà. Nelle tre parti di questo testo l’autrice segue un itinerario, che va via via arricchendosi attraverso la potenza delle cose semplici.
Ecco allora che dalle sensazioni si giunge alla percezione di un mondo fatto di odori, paesaggi, gesti. Un mondo che guarda al futuro, a quella forza della vita che non ammette diversità. Perché è vita, e la vita è stare al mondo scommettendo sulla felicità. (Stefania Nardini)
Marisa Cecchetti è nata a San Giuliano Terme (Pisa) e vive a Lucca. Insegnante di Lettere, ha collaborato con la rivista letteraria Stilos ed attualmente con Atelier, Erba d’Arno, Il Corriere d’Arezzo e con siti web, come critico letterario. Per vari anni ha tenuto una rubrica di libri su La Nazione, per la cronaca di Lucca. Tra le sue pubblicazioni in prosa: E cominciò a sognare a colori (Del Cerro, 1998); La bici al cancello (Mauro Baroni, 2002); Maschile femminile plurale (Giovane Holden, 2012). Per la poesia: Il vuoto e le forme (Del Cerro, 2000), È filo di seta (Del Cerro, 2003), Straniero tu che non mi accogli l’anima (Del Cerro 2004), Schizzi d’eterno (Ed. d’arte Il ragazzo innocuo, 2006); Cantieri (Del Cerro, 2007), Tibidabo (Ed. d’arte Il ragazzo innocuo, 2007); Nonostante la rosa (LietoColle, 2009). Barolong Seboni, Nell’aria inquieta del Kalahari, LietoColle 2010, traduzione di Marisa Cecchetti. Alcuni suoi racconti sono in raccolte antologiche.
Marisa Cecchetti, Come di solo andata
EIF Orizzonti, 2013, pagg. 60, € 10,00