Grande mobilitazione popolare e massiccia presenza di amministratori pubblici per dire no alla costruzione dell’ecomostro
“Il programma di Zingaretti è chiaro sotto questo punto di vista. Subito dovremo dare delle risposte”
Oltre duemila persone e sette fasce tricolori al corteo contro l’inceneritore di Albano di sabato 6 aprile. Il dodicesimo in cinque anni abbondanti di strenua lotta. Raduno a Piazza Mazzini ad Albano Laziale alle ore 15 e si avvia il corteo lungo il percorso familiare diretto a Piazza di Corte di Ariccia. Una bella traversata che offre l’opportunità di ammirare le bellezze paesaggistiche e culturali di un territorio unico al mondo, che rischia di finire in malora.
Non la faremo lunga, ma il necessario va detto. Le pressioni del presidente del Colari avvocato Manlio Cerroni esercitate sull’Amministrazione di Albano, e indirettamente sugli altri sindaci di bacino, sono note e gravissime e proseguono sempre più pesantemente, alzando se possibile il tiro. Stavolta destinatario di una lettera, datata 21 marzo 2013, dai consueti toni perentori, Nicola Zingaretti neo eletto presidente della Regione Lazio e per conoscenza al sindaco Alemanno, al commissario Sottile e al ministro Clini. Dove viene ricordato tra l’altro una morosità dei comuni di bacino nei confronti del consorzio per oltre 250 milioni di euro. E dove viene pretesa la calendarizzazione e il sostegno degli Organi competenti della Regione Lazio per «la realizzazione degli impianti di completamento del ciclo industriale dei rifiuti» entro il 2015.
«Penso e sono sicuro che non basti una lettera per vantare pretese nei confronti dei comuni» dice Simone Lupi, neo eletto consigliere regionale, ancora per qualche giorno sindaco di Ciampino, comune tra i più virtuosi d’Italia nel riciclo dei rifiuti. «Quelli sono crediti che Cerroni conta e i comuni ne debbono rispondere, ma non credo che possano essere messe in correlazione le due visioni. Il programma di Zingaretti è chiaro sotto questo punto di vista. Subito dovremo dare delle risposte».
Soddisfazione e qualche rammarico tra gli organizzatori del Corteo. Dice l’immancabile Peppe: «Non mi sarei aspettato una mobilitazione popolare che durasse tanti anni. Da 5 anni si è cercato di costruire opposizione al progetto che fa male a tutti e a tutto in assoluto. Dal punto di vista ingegneristico è una bufala. Si è rivelato un fallimento ovunque. Prima si chiamava Thermoselect, adesso JFE, ma è la stessa cosa. La partita è ancora aperta, nonostante tutto l’impianto ancora non c’è. Non siamo stati capaci di ottenere la chiusura della discarica, ma va anche detto che l’Amministrazione Marini ha fatto di tutto per mantenere e ampliare la discarica. In quanto ai debiti dei comuni, Cerroni ha grande capacità contrattuale, fa questo lavoro da quando aveva i calzoncini corti. Sì, potrebbe inchiodare tutto. E comunque appuntamento alla prossima, si stanno preparando iniziative sulla Provincia, Regione e sito di Roncigliano».
«Un corteo importante, riunisce tanti movimenti e associazioni contrari a progetti di inceneritori e discariche» dice Roberto Fortunio dell’Associazione Differenzia-ti. «Altri movimenti si sono aggregati, contrari alla cementificazione. C’è totale contrarietà a questo sistema di smaltimento foraggiato a livello pubblico. Almeno così vorrebbe Cerroni. Noi ci auguriamo di no, ma dopo gli ultimi esiti del Consiglio di Stato vien da pensare che tutto può accadere in Italia. Per noi senza alternativa: Riduci, Riusa, Ricicla. Lo spirito è altissimo: riteniamo che senza il nostro impegno costante sul territorio, l’impianto sarebbe già partito. Si è guadagnato tempo con le continue azioni legali».
«Siamo in ritardo» dice Flavio Gabbarini, sindaco di Genzano di Roma. «Non impensierisce il ricatto di Cerroni per i soldi arretrati dei comuni, ma i problemi economici ordinari. Negli anni c’è stata una riduzione sistematica. Speriamo che intervenga la Regione. Non vedo possibilità di partenza per l’inceneritore, perché se parte succede la fine del mondo, con la rivolta della cittadinanza. Siamo ancora pochi, la sensibilità cresce man mano. Sono convinto che l’inceneritore non si farà, Cerroni sta forzando per ottenere altre cose. Non so quali».
«Sono qui per la mazzata che abbiamo preso» dice Luca Andreassi, consigliere con delega ai rifiuti del comune di Albano. E si riferisce alla richiesta di ‘sospensiva cautelare’ del crono-programma presentata dal comune di Albano e respinta dal Tar, con motivazioni che vanno debitamente interpretate e non sono poi così risolutive. «Continueremo in sede legale a contrastare il progetto, con la richiesta di apertura dell’AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale, ndr). Non molleremo di un centimetro. Quel sito è inquinato e non ci si può costruire niente, nemmeno una fattoria».
Assenti al corteo il sindaco di Albano Nicola Marini (che si trovava a Foggia per una gara di scherma del figlio) e il sindaco di Ariccia Emilio Cianfanelli, rappresentati rispettivamente dal vicesindaco Maurizio Sementilli e dall’assessore all’Ambiente e all’Urbanistica Fabrizio Profico. Altri rappresentati dei comuni di bacino il sindaco Milvia Monachesi di Castel Gandolfo, il presidente del Consiglio Comunale di Rocca di Papa Luigi Ferazzoli, il sindaco di Lanuvio Luigi Galieti e, come già si è detto, i sindaci Gabbarini e Lupi.
Un corteo pacifico che di più non si può, colorato e vivace anche per la presenza di tanti giovani, lavoratori e studenti, tanti movimenti e associazioni, famiglie intere comprese di nonni e nipoti.
Ininterrotti gli interventi, informazione vasta e corretta. Tecnici ed esperti si sono succeduti al microfono durante la lunga camminata, i politici al passo con gli altri, poi qualcosa deve averli turbati durante un intervento molto accalorato in cui la Dottoressa Elena Taglieri parlava di centrali elettriche a biomassa, di discariche di rifiuti tossici, di contaminazione delle falde acquifere e via dicendo, e forse pure di risposte mancate da parte di chi di dovere (ma chi scrive non ha avuto modo di registrarlo) e c’è stato un momento di indignazione da parte dei rappresentanti istituzionali presenti al corteo, che non si sono fatti interdire dalle lagnanze di Cerroni per la partecipazione del sindaco di Albano e di alcuni assessori al corteo dello scorso 20 ottobre. Restano, ma decidono di partecipare da comuni cittadini, togliendosi la fascia tricolore. Forse, come spesso succede, pagano per gli assenti i presenti, ma va ricordato che la responsabilità nei confronti di una cittadinanza esasperata, che riesce tuttavia a mantenere calma e sangue freddo, va suddivisa fra tutti i rappresentanti dei dieci comuni, anche quando si tratta di prendere forse ciò che personalmente non si merita. Luca Andreassi molto sportivamente si è preso il suo carico – appariva la sua faccia insieme a quelle di Marini, Faenza e Fiorani sui bidoncini spinti a mano – e non si è in alcun modo ritirato. E anche questo sottolinea una convinta adesione allo spirito del corteo, tutti uniti contro l’ecomostro.
Maria Lanciotti