Cento anni fa nasceva Albert Camus, uno dei più geniali e tormentati interpreti del secolo che ci siamo lasciati alle spalle.
Io l'ho sempre sentito vicino.
Non so se l'ho amato: mi ha messo troppo in crisi per catturare il mio amore.
Forse anche questa è una forma di affetto, il riconoscimento di un debito contratto nei suoi riguardi.
Autore proibitissimo. Ricordo il tremore con cui lo leggevo, studente ginnasiale.
E ricordo che per nascondere la copertina avevo “svuotato” un vecchio libro di versioni greche e lo avevo rivestito con la sovraccoperta così ottenuta. Così poteva stare, insospettabile, sulla mia scrivania. L'ho letto rubando tempo a Erodoto e Omero. E pagandolo con qualche bel quattro nelle interrogazioni del giorno successivo.
Qualcuno ha voglia di dirmi come lo ha incontrato?
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