Proprio il giorno del mio 89° compleanno presento a Catania il libro ...a furor di popolo. Rischio di non poter atterrare perché l'Etna sfoggia proprio nelle ore del volo un pennacchio di cenere nera messo di traverso, che potrebbe obbligarci ad atterrare a Palermo, dove peraltro soffia molto vento. Insomma l'Etna ci risparmia i suoi bollori e così -sia pure con ritardo- arrivo; attesa e coccolata, vengo portata nel luogo del dibattito, la Biblioteca Pinacoteca provinciale di Catania, collocata nella ex chiesa di S. Michele Arcangelo. Un bellissimo posto, che a me piace -e voglio dirlo- perché gli eventi si giovano pure della bellezza dei luoghi nei quali si celebrano e se quei luoghi sono pure riuso di precedenti destinazioni, ciò rinvia solo alla intelligente devozione alla bellezza, un segno di grande civiltà. La sala è piena, i libri si vendono, alla fine le libraie quasi debbono nascondere l'ultima copia per poterla rimettere in vetrina. Il libro si vende come i panini -son solita dire, ed è così.
Ho accumulato osservazioni disparate invece di esporre ordinatamente, perché proprio a motivo del ritardo mi trovo un po' a disagio, anche se davvero del ritardo non posso essere accusata e nessuna/o nemmeno lo fa. Incomincio a rimuginare dentro di me alcune opinioni che mi appartengono: “Ecco -mi dico- sono la solita settentrionale scema ma puntuale, puntuale, ma scema”, mentre come al solito i e le meridionali sono lì a scialare la loro assoluta e sconfinata intelligenza.
Sullo scialo dell'intelligenza nel sud tornerò, ma intanto seguo deliziata le presentazioni di me (da Giovanna Crivelli), del libro (da parte di Sara Gentile coltissima preparatissima docente presso il Dipartimento di Scienze politiche dell'Università di Catania, e di Adriana Laudani, la compagna dell'Udi generosa vitale carissima, che conosco da tanto). Attenzione interessata del pubblico, frequenti sottolineature di applausi, un pubblico molto reattivo, vivace, non di circostanza, tutto molto autentico.
Tocca infine a me e io pure ricevo una accoglienza e attenzione straordinaria, che mi gratifica molto e mi fa star bene.
Che dire ancora? È una delle presentazioni meglio riuscite e più soddisfacenti, che si conclude pure con una cena meravigliosa di fritto di pesce in un locale che era (ed è) ritrovo della sinistra di Catania, dove anche il cuoco o proprietario è un compagno che mi viene a salutare abbracciare felicitare.
Basta solo che ancora ricordi che sono ospite di una carissima compagna dell'Udi, dalla quale chiacchierando come piace prima di andare a letto, apprendo tra l'altro l'esistenza di un libro di biografie di donne siciliane e mi prendo gli estremi bibliografici, perché sommando quello di Parma e altri che via via mi vengono segnalati, penso che dovremmo lanciare una sorta di corpus (per una volta che il linguaggio scientifico usa il corpo) di tutte le biografie di donne delle varie regioni o province o città del nostro paese, così da costruire una specie di opera di varie ludoviche antonie muratori, per sbattere in faccia alla storiografia del nostro paese scaffali di dati biografici e dimostrare col solo peso degli stessi scaffali quanta storiografia italiana che ignora tutto ciò sia falsa e reticente.
Lidia Menapace
