“NON È UN PAESE PER DONNE” è il titolo di un articolo de L’Espresso.
«Solo una su cinque, in Italia, è soddisfatta del proprio lavoro. Per le altre è un calvario. O quasi. Eppure al comando dimostrano di saperci fare. Eccome».
L’Espresso parla poi di “orgoglio rosa” e fa il raffronto fra la situazione delle donne italiane e le donne degli altri paesi europei.
Non è un paese per donne. Lo dimostra anche la cronaca politica italiana di questi giorni. Il Presidente Napolitano nomina 10 saggi 10 e nessuno donna.
Non esistono donne sagge in Italia. Eppure a me qualcuna viene in mente. Chiara Saraceno, per quanto riguarda i temi sociali, giusto per nominarne una riconosciuta internazionalmente, ma anche Emma Bonino per le politiche internazionali… l’elenco potrebbe continuare, ma è del tutto inutile.
Cosa fatta capo ha. Nessuna donna tra i saggi dunque.
Anche se il nostro nuovo Parlamento è il più femminile della storia (un terzo dei rappresentanti è donna), il potere è maschio. Provate ad immaginare che invece di 10 uomini fossero state nominate 10 donne. Sarebbe lo stesso una sorta di discriminazione: però, tranquilli, non accadrà mai… se non altro perché le donne avrebbero il buon gusto di capire subito che per lavorare bene devono essere rappresentati entrambi i generi.
Dalle quote rosa per le liste per le elezioni alla normativa entrata in vigore il 12 febbraio per i consigli di amministrazione delle società pubbliche sembra che solo a colpi di normative riusciremo a farci spazio.
Ma le donne sembrano inesistenti anche in altre questioni. In toponomastica per esempio.
Una recente indagine dei comuni di Montagna in Valtellina e Grosio, evidenzia che nei 78 comuni della provincia di Sondrio, le vie, i luoghi i palazzi vedono presenze al femminile solo se si tratta di sante. Sembra insomma che per vedersi intitolare una via le donne debbano essere… sante!
Eppure sono arrivate decine di proposte: nomi di donne, locali e nazionali, meritevoli di intitolazione di luoghi.
Persino la medicina è “maschia”. La maggior parte dei farmaci ed altre terapie sono perlopiù testate sugli uomini senza tener conto che sulle donne gli effetti sono molto diversi.
La crisi economica non facilita certo la ricerca e non so per quanto tempo ancora occorrerà convivere con questa discriminazione indiretta.
Non è un paese per donne…
Basta ricordare gli epiteti che Berlusconi ha usato nei confronti di Rosy Bindi o di Angela Merkel.
Evvivaddio non esiste un esempio a parti invertite.
Basta ricordare che normalmente si parla de “la Bindi”, “la Merkel” ecc. ma mai di “il Napolitano”, “il Berlusconi” o “il Bersani”…
Non so cosa accadrà ora. Credo che se il Presidente Napolitano volesse colmare ora la grave lacuna dell’assenza femminile nella rosa dei saggi converrebbe far buon viso a cattivo gioco e provare ad incidere in qualche modo… Altre donne sostengono che sarebbe invece più dignitoso rifiutare. Ma l’orgoglio non sempre porta cose buone, a volte conviene ingoiare il rospo… per il bene di tutti. Peraltro le donne sono molto abituate a questo…
E il rospo questa volta non è il principe delle favole… è un rospo e basta: difficile da digerire.
Martina Simonini
(per 'l Gazetin, aprile 2013)