Yoani Sánchez, che oggi ad Amsterdam sta visitando le redazioni di diversi giornali, è stata a L'Aia per un Festival del Cinema dedicato ai diritti umani.
La blogger ha assistito alla proiezione del film Forbidden Voices (Voci proibite) girato dalla svizzera Barbara Miller, dedicato a tre donne che lottano per i diritti umani: Farnaz Seif (Iran), Zeng Yingjan (Cina) e la stessa Yoani.
Durante un colloquio con la stampa, la blogger cubana ha detto: «Temo che non potrò più uscire da Cuba, al rientro dal mio tour internazionale. Le autorità mi hanno concesso il permesso di recarmi all'estero per non dover pagare il prezzo politico del divieto, ma al rientro sarò io a subire la repressione. Il Governo credeva che lasciandomi uscire sarei rimasta all'estero. Non hanno fatto i conti con questo prodotto del sistema cubano, che voleva costruire l'uomo nuovo e invece ha creato le Yoani. La morte di Hugo Chávez porterà molti problemi a Cuba e a tutto il Latinoamerica, visto che sancisce la fine del sussidio economico e apre una stagione meno populista».
Ha partecipato alla conferenza anche la regista Barbara Miller: «Ho scelto queste tre donne per le storie personali che raccontano nei blog, dove senza slogan e senza propaganda denunciano situazioni di mancanza di libertà». Le altre due protagoniste del documentario vivono persecuzioni ancora più violente di Yoani. L'iraniana Farnaaz Seifi, esiliata in Germania, ha detto che non tonerà in Iran, perché significherebbe finire direttamente in galera. La blogger cinese, Zeng Yingjan, vive a Hong Kong con una figlia di 4 anni ed è separata dal marito, che si trova agli arresti domiciliari a Pechino.
Yoani Sánchez, che ha da poco lasciato Washington e New York per partecipare al festival del cinema olandese, si recherà subito dopo in Florida, Argentina, Spagna e Italia.
Gordiano Lupi