L'infinità dell'amore, la claustrofobia degli ambienti. Il sentimento, il cui impeto si accavalla con una tenerezza senza limiti, e la nera devastazione dell'angoscia. La potenza squassante di Eros, l'annichilimento della morte. Verona, la bella Verona, divisa in fazioni, fra feste in maschera, balli, e il cupio dissolvi. La purezza della giovinezza (baci, lacrime e dedizione) da una parte e dall'altra l'ottusità senza limiti degli adulti fra intrecci, intrighi e miserabili ambizioni di piccolo potere. In breve... Romeo e Giulietta.
Un allestimento da Shakespeare, per opera di Giuseppe Marini, al Teatro Carcano di Milano di grandissimo valore ed efficacia (durata 2:30 ore + intervallo). Poesia ad alto livello e impatto emotivo, una forma senza tempo nella sua rara perfezione: versi e parole che toccano il cuore (traduzione di Massimiliano Palmese).
Perfette anche le musiche che accompagnano la recitazione giovane, struggente pur senza sbavature, di Giovanni Anzaldo (diplomato alla Scuola del Teatro Stabile di Torino) nei panni di Romeo e di Gloria Gulino (diplomata all’Accademia Nazionale d’Arte) nelle vesti di Giulietta.
«Con Romeo e Giulietta Shakespeare porta in scena la più alta e suprema indagine poetica sulla vera natura dell’Amore […] Un amore che muore della propria irriducibilità, del proprio “troppo”. Un amore “nato sotto cattiva stella” che, al suo primo apparire, incontra e copula con l’ombra della morte, perché soltanto la morte e la tragedia attendono e ispirano una passione talmente pura ed assoluta da non sospettare neppure la possibilità del calcolo, del compromesso, della convenienza. La morte, dunque, è presente e operosa in questa prima vera tragedia di Shakespeare e rivela sin da subito qual è l’oggetto preferito del suo assalto: i giovani, fiori prematuramente recisi nel loro desiderio erotico più intenso, nel pieno del loro tumulto ormonale, nel più dilagante trionfo di vita, di passione, di sensi».
Oltre a quella già sommamente lodevole dei due protagonisti di eccezionale spessore la prova recitativa di Serena Mattace Raso nel ruolo della Balia, maschera che sfonda, commistione di furbizia popolana e affetti domestici, opportunismo e saggezza, e di Mauro Conte che interpreta Mercuzio, sventurato guascone, uno degli inneschi, per il suo stupido ammazzamento, dell'incontenibile deriva degli eventi.
Le scene sono di Alessandro Chiti, i costumi (di fogge similsettecentesche, con una piccola discrasia temporale) di Mariano Tufano, le musiche originali (davvero originali, come detto) di Marco Podda.
Alberto Figliolia
Romeo e Giulietta. Teatro Carcano, corso di Porta Romana 63. Sino al 3 marzo. Orari: feriali ore 20:30 – domenica ore 15:30 – lunedì riposo. Info e prenotazioni: tel. 02 55181377/62, www.teatrocarcano.com