Yoani Sánchez prosegue il suo viaggio brasiliano. A San Paolo ha commentato con scetticismo l’affermazione di Raúl Castro in merito a un possibile ritiro, dopo cinque anni al potere, dovuto all’età avanzata: «Ci crederò quando lo vedrò», ha detto alla stampa. Non sono mancate le consuete proteste orchestrate da attivisti dell’Associazione di Amicizia Brasile - Cuba (che esibivano nasi da pagliacci) durante la presentazione del suo libro De Cuba con cariño. La blogger ha detto: «Si tratta di una manifestazione ulteriore che in Brasile esiste il pluralismo». Yoani ha risposto a molte domande sulla situazione cubana e su come la popolazione si pone nei confronti del governo.
«Il cubano ricorre alla fuga come strumento di protesta, usa l’emigrazione per esprimere il dissenso, invece di lanciarsi per strada e contestare preferisce abbandonare la sua terra», ha detto.
I manifestati brandivano cartelli che definivano Yoani “persona non gradita”, “mercenaria”, “venduta”, “traditrice”.
«I cubani non protestano per strada per timore della polizia e della sicurezza di Stato, temono di essere imprigionati e di finire nelle mani delle temibili Brigate di Risposta Rapida. La simulazione e la fuga sono le uniche risposte possibili», ha aggiunto la blogger.
Yoani ha espresso la speranza che Cuba intraprenda un cammino verso la democrazia e che non sia più penalizzata la diversità ideologica. «Vorrei che fosse possibile aprire un giornale indipendente, collegarsi a Internet senza censura, esprimere le proprie idee in piena libertà», ha concluso.
Le proteste messe in atto dagli esponenti dell’Associazione di Amicizia Brasile - Cuba hanno impedito la cerimonia conclusiva della manifestazione che prevedeva la firma delle copie da parte della blogger. «Yoani Sánchez rappresenta una minoranza di cubani. La maggior parte della popolazione sostiene il governo», ha detto un’attivista particolarmente impegnata nel coro delle proteste. Per stabilire quale sia la verità, intanto, servirebbero libere elezioni.
Gordiano Lupi