Inceneritore Albano Laziale. L’avvio del cantiere potrebbe partire entro il prossimo 7 marzo, come imposto dall’Area Rifiuti della Regione Lazio.
Venerdì 22 febbraio sit-in e conferenza stampa del Comitato No Inc a Roma, sotto la sede del GSE, in Viale Maresciallo Pilsudski 92
No, non rifaremo la storia di cinque lunghi anni di lotta contro l’ampliamento della discarica e la costruzione dell’inceneritore di Albano, il tutto è ampiamente documentato e facilmente reperibile per chiunque voglia informarsi o dare una ripassata all’intera vicenda, più che mai infuocata, con passaggi da cardiopalma. Ma i cuori hanno retto – e pure il sistema nervoso – e si è andati avanti per l’unica strada possibile, quella dell’indignazione e della lucida determinazione a opporsi con tutte le forze, e in piena legalità, a un progetto cieco come una talpa e pericoloso come una bomba innescata. Senza mai tirare il fiato e senza mai demordere. E senza mai mostrare il fianco a possibili appigli, perché su questo rischio si gioca tutta la partita: una scivolata, un atto a fil di rasoio e tutto potrebbe venir compromesso dai maestri delle scorrettezze, che altro non aspettano per tentare di affossare ogni tipo di resistenza.
Siamo alle strette, e non si tratta di garrota o tratto di corda, ma di un tipo di tortura più sottile, subdola e minatoria, che punta a strangolare ogni velleità di opposizione. E sempre in nome della legge, come ogni esecuzione legalizzata. Perché, va ricordato, lo smaltimento dei rifiuti così come viene ancora barbaramente praticato qui da noi, produce morte. I giovani lo sanno, e lo vanno ripetendo da anni. E qui vale fare una breve considerazione: sono stati i ragazzi castellani i primi a subodorare che c’era del ‘marcio’ nella gestione dei rifiuti, i primi a informare la cittadinanza e a denunciare un sistema di raccolta costoso, obsoleto e inefficiente che non ha alcuna ragion d’essere se non di ordine prettamente speculativo, a danno della salute dei territori e dei suoi abitanti. E sono stati sempre i giovani (cresciuti in un clima avvelenato in tutti i sensi) a non mollare mai, neanche nei momenti di massima sfiducia e stanchezza, risalendo sempre dallo scoramento con nuova energia propositiva e diffondendo in tutti i modi e con ogni mezzo l’incitamento a perseguire la via della legalità, a sostegno di una causa giusta da vincere a tutti i costi. Ecco, questo non andrebbe mai dimenticato, nessun cittadino e nessuna Amministrazione dei comuni castellani dovrebbe farlo, e tantomeno il Sindaco di Albano Laziale Nicola Marini, che tanto trasparente non è stato e ancor meno solerte nel prendere provvedimenti di sua spettanza in tempi utili.
In attesa dei prossimi round, sempre più duri, e con il rischio sempre presente che in barba a tutti i documentatissimi illeciti si avvii comunque il cantiere per la costruzione del mega inceneritore di Roncigliano, varrebbe la pena ricordare che solo insieme si può contrastare un tale obbrobrio, nell’interesse generale e senza personalismi fuori luogo. Il lavoro paziente e disperato di questi cinque anni di lotta del Comitato No Inc, mai abbandonata ma anzi rafforzata nei momenti più drammatici, fa di questa brutta storia una rilevante pagina di vita, tutta a favore dell’impegno e coerenza di una popolazione unita. Ma ora si prospetta l’ennesimo giro di vite: l’avvio del cantiere potrebbe partire il prossimo 7 marzo, come imposto dall’Area Rifiuti della Regione Lazio.
Pronta la risposta del Comitato No Inc, con una serie di iniziative che culmineranno il 6 aprile con una imponente manifestazione di piazza.
Prossima mossa: Sit-in e conferenza stampa venerdì 22 febbraio dalle ore 10:00 a Roma, sotto la sede del Gestore dei Servizi Energetici (GSE) in Viale Maresciallo Pilsudski, 92. Qualcuno dovrà pur rispondere sulla effettiva disponibilità di quei 400 milioni di euro di fondi pubblici (CIP6) occorrenti a Cerroni, Acea e Ama per la costruzione dell’inceneritore dei Castelli Romani, in netto contrasto con le normative dell’unione europea.
Maria Lanciotti