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Modì. L'ultimo inverno di Amedeo Modigliani 
In scena al Leonardo da Vinci di Milano fino a domenica
15 Febbraio 2013
 
   Modì. Come precisamente si pronuncia la parola maudit. Maledetto. E di fenomenale talento. La parabola umana di Modigliani è stata estremamente breve (l'artista livornese sarebbe morto a soli 35 anni: 12 luglio 1884-Parigi, 24 gennaio 1920). Breve e tormentata la sua esistenza, costellata di eccessi d'ogni tipo, ma la sua pittura ha varcato i confini della storia e s'è fatta beffe del tempo fugace. Quelle donne dai lunghi colli, quei nudi stilizzati in maniera così sensuale... per alcuni benpensanti erano figure e situazioni smodatamente scandalose. Scandaloso e tenero Modì... Tenebre e Ville Lumière. La straordinaria congrega di artisti in quella Parigi. Eros e Thanatos. Dopo la tragica morte di Amedeo Jeanne Hébuterne si lanciò dalla finestra del quinto piano. La giovane compagna di Amedeo era incinta di nove mesi. I due avevano già una bambina piccola. Ora riposano insieme al Cimitero del Père-Lachaise.
   Un titano della pittura che alla scultura aveva dovuto rinunciare in quanto le polveri che si liberavano gli tormentavano i polmoni malati. La povertà economica (le sue opere valgono ora immense fortune), la ricchezza del genio, gli eccessi. La grandiosa innovazione dei suoi colori e linee e volumi. Una magnifica mostra di qualche anno fa al Palazzo Reale di Milano ci aveva illuminato dal vivo (se mai ve ne fosse stato bisogno).
   Non era facile trattare quella vita, le sue vicissitudini, la morte disperata e l'ancor più disperato suicidio della compagna di vita e d'arte. Se poi lo fai con un musical... Già, perché Modì-L’ultimo inverno di Amedeo Modigliani, in scena sino a domenica 17 febbraio al Teatro Leonardo da Vinci, è un vero e proprio musical che fa rivivere la vicenda e le vicissitudini, le angosce e le speranze del grande Modì. Senza edulcorare, ma con sensibilità. L'uscita dal mondo dell'uomo Modigliani è trattata in maniera lieve, pura e pur senza superficialità. Lo scintillante universo parigino, i bohémiens, l'alcool, i progetti, tutto viene cantato e suonato. Gipo Gurrado non solo si è esercitato nelle vesti di regista, ma è l'artefice di libretto, musiche, testo. Più che un plauso al suo lavoro.
   Testi ricchi e profondi e note che vibrano di nostalgia, oppure acide, tenui o distorte, classiche. Violoncello (Francesco Saverio Gliozzi), chitarra (Gipo Gurrado), pianoforte (Mell Morcone) e batteria (Mauro Sansone) sono tutt'uno con la voce malinconica e potente dei protagonisti, pendant perfetto più che sottolineatura o fondale. D'eccellenza le interpretazioni: Enrico Ballardini, Federica Bognetti, Giulia D'Imperio, Davide Gorla, Chiara Muscato, Ilaria Pastore, Daniele Turconi.
   Le scene e i costumi sono di Vittoria Papaleo, Maria De Marco, Stefania Coretti, i movimenti scenici di Lia Courrier, l'audio di Antonio Cupertino, luci di Monica Gorla, produzione Tiktalik Teatro/Odemà.
   «Raccontare la storia di Amedeo Modigliani vuol dire raccontare la storia di chi cerca di vivere d'arte, negli anni Dieci di un secolo, in una grande metropoli» spiega Gipo Gurrado. «La Parigi di inizio Novecento non è paragonabile a nessun altro posto, né geografico né temporale, nella storia della cultura e delle arti, ma è passato esattamente un secolo da quegli irripetibili anni e voler vivere d'arte tra le vie di Milano non è certo una scelta “comoda”. La storia di Amedeo, del primo artista geniale e maledetto del Novecento, così struggente, crudele e poetica, non è solo un'occasione per raccontare la nascita di un mito, ma rappresenta la possibilità di descrivere cosa si nasconda dietro l'urgenza, dietro la necessità di fare arte a tutti i costi. Senza l'utilizzo di ricostruzioni storiche, né musicali né estetiche, Modì mette in scena, attraverso una partitura musicale continua, questa affascinante epopea lasciandone i contorni sfuocati e procedendo per macchie di colore, di ricordi, di atmosfere, proprio come un ritratto dipinto in uno squallido atelier parigino di inizio Novecento, riscaldato a malapena da una piccola stufa».
   L'aggancio con l'attualità è prepotente. Mai come oggi il lavoro intellettuale è stato umiliato. Troppo scomodo, per la sua capacità di analisi, rottura e riedificazione delle relazioni per un nuovo mondo, agli occhi di chi detiene il potere economico-finanziario, alle nere coscienze che sguazzano nello squallido e speculativo imbroglio che avvolge e invischia le persone del pianeta.
   In ogni caso, la valenza estetica di Modì. L’ultimo inverno di Amedeo Modigliani è di assoluto valore.
 
Alberto Figliolia
 
 

Modì. L’ultimo inverno di Amedeo Modigliani, Teatro Leonardo da Vinci, via Ampère 1-angolo piazza Leonardo da Vinci, Milano (MM2 Piola). Info e prenotazioni: tel. 02 26681166 dalle 15:30 alle 19:30, biglietteria@teatroleonardo.it. È possibile prenotare anche sul sito www.teatroleonardo.it. Orari: 20:45; domenica ore 16.


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