| Emiliano Silvestri collabora anche con 'Radio Radicale' |
11 Febbraio 2013
Alcuni giorni fa ho ricevuto una mail da mia cugina. Mi collegava ad un video comparso sul sito di Grillo, dove un regista a me sconosciuto inneggiava alla libertà e all’amore. Mentre i notiziari mi informavano dell’imminente nuovo e legalitario 28 ottobre in piazza San Giovanni, dove Beppe Grillo riunirà i maglioncini multicolori del suo movimento 5 stelle; mentre ascoltavo i lavori del Comitato Nazionale di Radicali Italiani, al quale mi aspettavo di essere invitato in quanto candidato n. 3 al Senato in Lombardia per la lista Amnistia, Giustizia, Libertà; ho deciso di rispondere. Ne è uscito un testo che spiega anche i motivi della mia candidatura nella lista e contiene un appello al voto. Eccolo di seguito.
Nel profondo di ciascuno di noi abita la speranza di uno spazio d'amore. E l’esigenza di costruirlo. Io ci provo da quando portavo i capelli lunghi e giravo con il simbolo del fucile spezzato, sotto il quale stava scritto: “fate l'amore, non la guerra”. Cosa difficile. Quante comuni libertarie sono fallite, in quegli anni, per liti nutrite dalla gelosia! Oggi lo spazio dell’amore – nella coppia, in famiglia, nelle amicizie – è sempre più soffocato dalla dominante credenza che proclama ricchezza il vuoto accumulo di oggetti poveri; che ci chiede di ridurre chiunque a strumento per conquistarla.
Poi c'è il quotidiano. E la cultura che ci circonda; che addita tutti coloro che non sono conformisti e non si sentono pecore, che controlla i comportamenti e crea capri espiatori.
E c'è l'impegno sociale. E quello politico; che dovrebbe trasformare le critiche allo stato di cose presente in proposte. E dare forza al cambiamento.
In anni ormai lontani, ho aderito al Partito Radicale, che già aveva riportato alcune vittorie: introduzione del divorzio, cancellazione del reato di aborto, nuovo diritto di famiglia, voto ai diciottenni. Incombeva la saldatura tra Partito Comunista Italiano e Democrazia Cristiana e, anche per difendere quello spazio d’amore, diventai un attivista. Partecipai ad una campagna referendaria che, tra l’altro (e proprio oggi è l'anniversario della firma dei Patti Laternanensi, ndr), proponeva l’abolizione del concordato (richiesta non ammessa dalla Corte Costituzionale, che vanificò la concreta possibilità di spezzare la continuità con il regime fascista rigettando anche la richiesta di abolizione di alcune norme che limitavano la libertà di espressione e associazione).
Altri referendum furono battuti – con la truffa – dai partiti associati. Un esempio per tutti: l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti (confermata al 90,3% dal “popolo sovrano” che fu poi punito con la moltiplicazione dei contributi).
Ottenemmo vittorie, come nella campagna contro lo sterminio per fame e guerra nel mondo (in particolare in Africa). E sconfitte. Come quella per il disarmo unilaterale; come quella della legalizzazione delle “droghe”, innanzitutto hashish e marijuana.
Poi il Partito Radicale della nonviolenza divenne mondiale e accreditato all'ONU. Negli anni ha conquistato al mondo l'istituzione della Corte Penale Internazionale (punisce i crimini come genocidi e pulizie etniche); la sospensione universale della pena di morte; la recentissima messa al bando delle mutilazioni genitali sulle bambine.
Ma oggi si vota; in elezioni truccate dai padroni dell'informazione e delle istituzioni. E’ c’è la lista “Amnistia, Giustizia e Libertà”. Un tentativo di lanciare l'allarme sul fatto che l'Italia è condannata da anni dalla Corte Europea dei Diritti dell'uomo perché non rende giustizia ai cittadini.
Perché viola la propria Costituzione e i diritti umani.
Perché tortura i detenuti concentrati nelle sue carceri, in grandissima parte immigrati, tossicodipendenti e carcerati senza condanna, mentre la prescrizione salva invece (130.000 nel 2012) chi ha soldi e buoni avvocati). E, in pratica, se ne frega. A partire dal suo rassegnato Presidente, che non ha mai inviato un messaggio alle Camere. E se ne frega anche del monito “state vanificando lo stato di diritto!” del Consiglio d'Europa.
Già. Perché in Italia non governa la legge (i potenti – vedi le firme false per Formigoni – non la rispettano). La “porcata” (la legge elettorale che chiamano “porcellum” per non farti capire) ti impedisce di scegliere i tuoi rappresentanti, come esigerebbe quella Costituzione che si sono messi sotto i piedi da sessant'anni.
Puoi votare solo un simbolo; deputati e senatori li scelgono il capo o i maggiorenti del partito.
C’è chi sostiene debbano governare i “migliori”. L'esperienza – da ultimo il caso Monte dei Paschi – dimostra che comandano i peggiori incapaci.
E poi c'è Beppe Grillo. Un bel vaffanculo e abbiamo risolto la questione?
Io poi ho sessantatre anni, e non posso dare fiducia a chi mi vuole togliere il voto. Ritengo inoltre sbagliata e deleteria la riproposizione della sovranità assoluta dello Stato-Nazione; già ci è costata due guerre mondiali e l'unificazione del continente tentata da Hitler.
Meglio che la dimensione europea, l'unica che ci consentirebbe di essere alla pari con gli altri colossi (Cina, Russia, USA, India ecc.) si strutturi sul modello liberale, popolare e democratico degli Stati Uniti d'Europa.
Per questo sono nella lista di Pannella “Amnistia, Giustizia e Libertà”. Per ricordare a tutti coloro che potranno sentire – e che spero ascoltino – che il rispetto dei diritti umani e il governo della legge sono, insieme alla separazione dei poteri, i migliori strumenti immaginati fino ad ora dall'umanità per difendere i deboli e gli inermi dai prepotenti; da chi ritiene che “la ragione è del più forte”. Per assicurare la pacifica coesistenza; per assicurare una feconda e fraterna convivenza tra quelli che qualcuno ha efficacemente definito “stranieri morali”. Rinnegare questi principi significa preparare ulteriori sofferenze e altre morti, e non soltanto nelle carceri.
Ti prego dammi una mano. Invia questa richiesta di aiuto a tutti i tuoi amici. Anche un voto in più per la nostra lista è importante.
Emiliano Silvestri
(da Notizie Radicali, 11 febbraio 2013) |