Gisela Delgado, Ángel Moya e José Daniel Ferrer non possono uscire. Yoani Sánchez va in Brasile. Eliécer Ávila è già in Svezia. Berta Soler potrà ritirare il Premio Sacharov…
Il governo cubano ha negato il passaporto a Gisela Delgado (foto, AP), direttrice del progetto Biblioteche Indipendenti, annotando che «rientra in un elenco di persone che fanno parte di gruppuscoli controrivoluzionari». La decisione negativa è giustificata dalle regole del secondo comma della legge, che prevede la possibilità di vietare l’uscita dal territorio cubano a chi possa compromettere la sicurezza nazionale. Il governo cubano ha negato il passaporto anche ad Ángel Moya e José Daniel Ferrer, ex prigionieri della Primavera Nera, dissidenti del Gruppo dei 75. La motivazione è che sono agli arresti domiciliari, in licencia extrapenal, dopo gli accordi con la Chiesa e la mediazione spagnola del 2010 - 2011.
Altri cubani critici con il governo, come Yoani Sánchez, hanno avuto il passaporto. La blogger sta organizzando un viaggio in Brasile, che avrà luogo il 18 febbraio, la prima uscita in territorio straniero dopo aver ricevuto venti divieti in cinque anni. Il primo a uscire da Cuba è stato il giovane dissidente Eliécer Ávila, che ha approfittato della riforma migratoria per recarsi a Stoccolma. Una notizia inattesa ma positiva proviene dal Twitter di Yoani Sánchez: «Hanno dato il passaporto a Berta Soler, leader delle Damas de Blanco. Potrà ritirare il Premio Sacharov!»
Yoani in Brasile
«Le riforme economiche di Raúl Castro hanno stuzzicato l’appetito dei cubani che adesso pretendono di più», ha detto Yoani Sánchez, in un’intervista pubblicata giovedì 7 febbraio sul quotidiano brasiliano Folha de Sao Paulo, dove arriverà lunedì 18 febbraio, per partecipare a un incontro organizzato dal senatore brasiliano Eduardo Suplicy, membro del Partito dei Lavoratori, e dal documentarista Dado Galvão. Questo viaggio di Yoani in Brasile non sarebbe stato possibile senza la riforma migratoria voluta da Raúl Castro che ha eliminato la necessità del permesso di uscita dall’isola. Un improvviso cambio di rotta e di comportamento, visto che fino a oggi il governo cubano aveva negato la possibilità di viaggiare alla blogger, impedita a partecipare a ogni convegno o presentazione.
«Yoani potrà spiegare all’opinione pubblica brasiliana come si violano i diritti umani a Cuba», ha detto Galvão. Yoani andrà a Victoria de la Conquista, stato di Bahía, per assistere alla proiezione della pellicola Conexión Cuba Honduras, insieme a diverse autorità e al senatore Suplicy. Il film sarà proiettato nell’auditorio dell’Università Statale di Bahía. Yoani visiterà anche San Paolo e Río de Janeiro, dove rilascerà interviste ai mezzi di comunicazione nazionali e parteciperà al lancio del suo libro De Cuba, con cariño. «Nessuno sta cospirando contro il governo di Cuba» ha detto il cineasta. «Le nostre iniziative si svolgeranno alla luce del sole. Vogliamo solo far sapere, comunicare le nostre idee e lottare per una Cuba pluralista e rispettosa dei diritti umani…», ha concluso il cineasta brasiliano.
Gordiano Lupi