Il giovane oppositore Eliécer Avila ha detto che il governo cubano continua a porre ostacoli a molti dissidenti che vogliono andare all'estero dopo la riforma migratoria entrata in vigore il 14 gennaio.
Avila, che ha 28 anni, è partito sabato scorso per Stoccolma, in Svezia. Si tratta del primo dissidente che ha lasciato temporaneamente l'isola approfittando delle nuove regole. Il motivo della sua uscita è stato la partecipazione a un incontro sul futuro politico e sociale di Cuba, organizzato dal gruppo indipendente La Cubanada.
«Il governo mantiene il diritto di far uscire chi ritenga opportuno», ha detto Avila alla BBC. «Credo che adesso esista un contesto più ostile, a livello nazionale e internazionale, a una simile politica. In ogni caso a Cuba la repressione contro i dissidenti è ancora forte. Ci sono arresti arbitrari e la Sicurezza di Stato sorveglia giorno e notte chi ritiene pericoloso. Ma una volta guadagnato un briciolo di libertà sarà difficile togliercelo, anche se la strada è ancora lunga. So per certo che questa apertura porterà al governo cubano conseguenze non gradite, ma nessuno di noi modificherà il proprio pensiero soltanto perché è stato lasciato libero di uscire».
Tutti ricordiamo Eliécer Avila alle prese con Ricardo Alarcón, alcuni anni fa all'Università dell'Avana, quando mise in crisi il vecchio dirigente chiedendo il motivo per cui i cubani non potevano viaggiare. Alarcón, sorpreso dalla inattesa domanda, non trovò di meglio che dire: «Pure io non ho viaggiato molto. Vi immaginate che mondo sarebbe se tutti viaggiassero? Gli aeroporti sarebbero congestionati».
Non fu una bella figura per il governo. In compenso, adesso, almeno in quel settore, tutto sta cambiando. E Alarcón vede il pensionamento politico sempre più vicino.
Gordiano Lupi