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La Media Education in Lombardia 
Rapporto IRER 2010
01 Febbraio 2013
 

Il Rapporto finale sulla Media Education nella scuola di base della Lombardia pubblicato dall’IRER nell’anno 2010 si propone di rilevare la diffusione e la consistenza della cultura dei media nelle scuole di base (elementari e medie) della Lombardia. Molto interessante risulta essere la valutazione dei dirigenti scolastici.

 

È stato chiesto ai dirigenti che cosa dovrebbe fare la scuola per la ME.

Le risposte sono state in ordine di importanza:

- insegnare a leggere criticamente i contenuti dei media, secondo il 69,7%

- utilizzare di più i media come strumenti per rendere più efficace la didattica, secondo il 61%

- insegnare i linguaggi dei media, secondo il 52,9%

- insegnare a realizzare prodotti mediali, secondo il 44,2%

- incrementare le ore dedicate all’informatica e alle nuove tecnologie, secondo il 24,4%

- una percentuale (8,1%) ha affermato che le priorità della scuola sono altre.

 

Rispetto all’utilità dell’introduzione nella scuola di una vera e propria disciplina denominata Media Education:

- il 39% ritiene che sia opportuno, ma solo come materia facoltativa in orario extrascolastico;

- il 35,3% non la ritiene una materia indispensabile;

- il 25,6% ritiene che la ME dovrebbe essere introdotta nella scuola al pari delle altre discipline in orario scolastico;

- il 16,5% dei dirigenti sembrano sottolineare la necessità che la ME sia introdotta nella scuola come attenzione trasversale.

 

Rispetto al quesito sull’utilità dell’introduzione nella scuola della figura professionale del Media Educator, cioè un esperto sui linguaggi, i contenuti e le tecniche dei media:

- il 33,3% dà risposta affermativa, specificando che potrebbe affiancarsi a uno o più insegnanti in momenti e per attività concordate;

- il 28,8% concorda sull’introduzione, ma per svolgere attività formativa agli insegnanti;

- il 14% ritiene che potrebbe fare attività di ME nell’ambito di un laboratorio apposito in orario extrascolastico.

Chi invece è contrario all’introduzione di un Media Educator nella scuola, sostiene che tutti gli insegnanti dovrebbero essere preparati sulla ME e farla (14%) oppure che gli insegnanti che si sentono preparati sulla ME possono farla autonomamente (8,4%).

Il Media Educator, dunque, è pensato come un professionista dotato di competenze specifiche, che possa offrire agli insegnanti un percorso di formazione, e/o affiancare i docenti in classe per progetti o attività particolari. I dirigenti si dividono poi equamente tra chi pensa a una ME esterna, condotta da un esperto nell’ambito di un laboratorio extrascolastico e chi sostiene una ME interna, intesa come competenza che tutti gli insegnanti possono spendere nella loro attività didattica.

 

Per ciò che concerne la preparazione degli insegnanti sulla ME in riferimento al proprio istituto:

- il 55,4% dei dirigenti ritiene che sia sufficiente;

- il 26,2% la ritiene buona;

- il 18,3% la considera insufficiente;

- nessuno dà la valutazione di ottimo.

 

Rispetto alla formazione dei dirigenti in tema di ME:

- il 62,2% dei dirigenti non ha mai partecipato a convegni o corsi di aggiornamento sulla ME

- il 37,8% ha partecipato.

 

Rispetto all’utilità della partecipazione a corsi di aggiornamento sulla ME da parte di tutti gli insegnanti:

- il 65,8% dei dirigenti è d’accordo;

- il 29,3% la ritiene utile solo per gli insegnanti interessati;

- il 4,8%ritiene che non sia tra le priorità dell’aggiornamento.

La prospettiva potrebbe essere quella di una proposta di corsi di aggiornamento indirizzati sia alla dirigenza che al corpo insegnanti, nella consapevolezza che il modello transdisciplinare possa funzionare solo con la presa in carico unanime di tutti gli operatori scolastici, a partire da chi, avendo potere decisionale, ha la responsabilità delle scelte d’istituto.

 

Luca Vitali

 

» Qui report completo e riassunto


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