Come ho già spiegato in un precedente articolo apparso su Tellusfolio la “Carta di Bellaria” si propone di promuovere e sostenere la Media Education e la salvaguardia dei valori umani, indicandone strumenti e strategie operative nell’alfabetizzazione ai linguaggi mediali. Propone anche la creazione di una figura professionale che operi all’interno delle scuole e fuori da esse, esperta di educazione e di comunicazione e capace di coordinare le attività che riguardano l’uso dei media e delle nuove tecnologie. Fra le proposte della Carta troviamo:
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il collegamento in rete di tutti gli educatori e le realtà che lavorano in ambito educativo con i media
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la nascita di un Osservatorio Interuniversitario per la Media Education
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la costituzione di un Archivio Nazionale delle Esperienze di Media Education
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l’accreditamento della figura del media educator nella scuola e nell’extrascuola come profilo professionale nuovo
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l’impegno da parte delle università alla predisposizione di percorsi formativi specifici
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l’impegno da parte del Ministero dell’Istruzione Università e Ricerca (MIUR) ad avviare una riflessione attenta sugli spazi didattici per la Media Education all’interno della programmazione scolastica
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l’impegno da parte dei ministeri competenti (Affari sociali, Sanità, Pari opportunità) a farsi carico di valorizzare e promuovere iniziative attive di educazione ai, con e attraverso i media per il sostegno e il recupero della persona in situazione di malattia o disagio.
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l’impegno da parte delle emittenti e le imprese produttive che operano nel settore dei media ad integrare nei loro organici figure competenti sul rapporto tra media e processi formativi.
L’Emilia-Romagna, al momento, è l’unica regione italiana che parla esplicitamente di educazione ai media in una legge. La Commissione Europea, il Parlamento Europeo, il Consiglio d’Europa e il Consiglio delle Regioni hanno prodotto, in questi ultimi anni, atti, raccomandazioni, ricerche per far sì che nei Paesi membri venga sviluppata l’educazione ai media come strumento fondamentale per incrementare le competenze di cittadinanza. Eppure ad oggi in Italia le cose procedono lentamente, senza un vero avvallo istituzionale. L’Emilia-Romagna scrive invece che saper gestire i mezzi di comunicazione, saper pensare con la propria testa, sapersi informare utilizzando più fonti, saper riconoscere uno stereotipo permette ai bambini e agli adolescenti di crescere in un contesto di maggior benessere. E lo scrive in una legge, la numero 14 del 2008, che dedica un intero articolo all’educazione ai media.
Art. 12
Educazione ai media
1. La Regione promuove l’educazione ai media quale fondamentale strumento per lo sviluppo del senso critico, della capacità di analisi dei messaggi e delle strategie comunicative, dell’uso creativo e consapevole delle potenzialità espressive proprie dei diversi soggetti della comunicazione e dei diversi media. A tal fine sostiene iniziative di ricerca e progetti di formazione rivolti alle giovani generazioni riguardanti l’educazione alla comprensione e all’uso dei linguaggi mediali, anche attraverso apposite convenzioni con centri studi, poli specialistici e università.
2. La Regione, attraverso il Comitato regionale per le comunicazioni (CORECOM) e il Garante per l’infanzia e l’adolescenza, promuove iniziative informative, formative, nonché protocolli volti alla diffusione di codici di autoregolamentazione in materia di comunicazione, stampa, trasmissioni radiotelevisive e internet in rapporto alla rappresentazione dei minori e ad iniziative di comunicazione e programmi radiotelevisivi loro rivolti.
3. La Regione e gli enti locali promuovono forme di confronto con il sistema dei mezzi d’informazione al fine di costruire stabili e continuative modalità di raccordo e dialogo per una corretta informazione dell’opinione pubblica sulla condizione e sui diritti dei bambini.
Sembra che a distanza di 10 anni molti degli obiettivi dichiarati nella Carta di Bellaria siano restati inattuati, pur restando ancora estremamente validi. Sarebbe interessante sottoporre subito il testo della Carta, unitamente al testo dell’AIART (proposta di legge d'iniziativa popolare) e alla proposta del MED del 2003 sull’introduzione della Media Education nelle scuole, a tutti coloro che si stanno candidando a rappresentarci politicamente nelle sedi regionali e nazionali, per vedere chi, prima delle elezioni politiche e amministrative, intenda prendere degli impegni concreti al riguardo per sostenere queste tematiche nelle sedi opportune.
Luca Vitali