Ferrara – Nuovi Mondi. Gianni Cestari dialoga con Vincenzo Maria Coronelli. È questo il titolo della Mostra che si è aperta a Palazzo Turchi Di Bagno, fino a venerdì 8 marzo.
Nuovi Mondi è il titolo di un progetto artistico ideato da Graziano Campanini, museologo e critico d’arte, realizzato con Maria Gioia Tavoni, professore onorario di Biblioteconomia dell’Università di Bologna, nato nel 2006 con il fortunato ritrovamento sul mercato antiquario di un raro volume di Vincenzo Coronelli, Frate veneziano (1650 – 1718), grande cartografo ed enciclopedista.
Benché privato delle illustrazioni originali, il libro ha conservato intatto il proprio fascino tanto da indurre l’artista Gianni Cestari a riprodurre il regesto delle 72 figure mancanti, con tecnica mista su cartone da cm. 50 x 35, reintegrando con la propria sensibilità le parti del volume del Corelli, proponendo al pubblico una scelta di recupero e valorizzazione del patrimonio librario inusuale rispetto alle tradizionali metodologie: quella dell’interpretazione in chiave contemporanea.
Accanto ai lavori dell’artista, la mostra espone l’esemplare del Tomo I dell’Atlante Veneto che ha dato origine al Progetto. (Catalogo BUP – Bononia University Press).
Le sue immagini scaturite da una libera suggestione e mai mimesi delle originali, colgono nel segno e invitano a pensare: sembrano un testamento della memoria (M.G. Tavoni).
Gianni Cestari è nato a Bondeno, dove abita e lavora. Ha tenuto esposizioni personali e ha partecipato a rassegne collettive presso gallerie private e spazi pubblici in Italia e all’estero. Fra queste si ricordano: a Pieve di Cento (Bologna) nel Museo d’Arte del Novecento “G. Bargellini” e nella Pinacoteca Civica: a Ferrara nella Casa di Cultura Casa Cini e nella Casa di Ludovico Ariosto. Ha esposto in Belgio, in Francia, in Portogallo, in Gran Bretagna e negli Stati Uniti.
Vincenzo Coronelli, frate francescano (1650-1718), visse principalmente a Venezia, presso il Convento di Santa Maria Gloriosa dei Frari, dove fondò l’Accademia degli Argonauti, considerata la più antica società geografica del mondo. Cosmografo Ufficiale della Repubblica di Venezia, geografo, cartografo può essere considerato uno dei più famosi costruttori di globi del XVII secolo. Nel 1690 pubblicò l’Atlante Veneto, in 13 tomi, primo trattato italiano di geografia generale, con pagine sui sistemi cosmografici, la costruzione di carte, le recenti scoperte geografiche, l’astronomia.
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Gianni Cestari, è uno degli artisti ferraresi tra i più dotati sia per le sue capacità pittoriche, grafiche e creative. Il suo percorso di apprendimento si è sviluppato tra diversi maestri che, inizialmente lo hanno guidato (artisti della scuola bondenese, a Ferrara Franco Goberti ed altri), ma, soprattutto, la sua grande ed intelligente capacità di osservazione della storia dell’arte e dei suoi fenomeni ne hanno delineato la personalità. A maturare, poi, la sua ricerca e a liberarne tutte le sue capacità di irrompere su la tela o sul foglio con spirito disinibito e libero è stata, soprattutto, la vicinanza di don Franco Patruno che ne aveva colto tutta la sua sensibilità creativa.
Nella mostra a Casa Cini (quando questo luogo era ancora, importante, istituto di cultura) Gianni presentò opere che con un linguaggio, essenziale, di forti velature, esprimevano una tragica accezione dell’esistenza, l’uomo non si intravedeva, ma i cupi cieli, o il mare dirompente nella sua materia, rivelava uno spazio scandito da forme oscure che prolungavano ossessive verso l’infinito. Questa sua ricerca è continuata nelle ultime opere sul terremoto (che molto ha colpito Bondeno). La disperata solitudine di viandante in uno spazio costruito tra vuoti silenzi, cisterne scure, ciminiere un tempo fumose, pronte alla demolizione definitiva per creare altri vuoti di solitudine.
Nel comporre un percorso a fianco di Vincenzo Coronelli e trasmettere le proprie emozioni, la sua fitta trama materica di segni scuri e chiari che si distendono, s’attorcano nello spazio, s’avviluppano all’infinito in una molteplicità di cadenze e dalla quale emerge una luce diafana – quasi misteriosa presenza di un al di là – la quale s’affranca sopra un fondo di tonalità solitamente oscure.
In questo contesto mi piace riprendere il testo di Graziano Campanini:
In una società in cui si disperdono interi patrimoni culturali senza battere ciglio, preoccuparsi di salvare un libro può parere eccessivo. Ma ogni singolo libro antico è parte imprescindibile del nostro DNA culturale e questa proposta di salvataggio e valorizzazione potrà forse rappresentare un nuovo, diverso modo di operare.
La fucina in cui Gianni si è formato, che raccoglieva stupende biblioteche, un museo d’arte di opere straordinarie, un luogo di accoglienza e solidarietà e cioè “Casa Cini” (dono del Conte Cini ai giovani e alla cultura) è stato distrutto, anzi, cannibalizzato nelle sue risorse, da una diocesi ottusa e compromessa con beceri interessi commerciali… Lo sguardo cortissimo di questo clero corrotto che crede che sia lecito qualsiasi uso e abuso di ciò che non gli appartiene, è un offesa continua alla comunità. I libri sono spariti e così le opere d’arte, gli artisti cacciati e così tanti uomini di cultura… Lontano ormai, nella diocesi di Ferrara resta la memoria del colto vescovo monsignor Filippo Franceschi, di monsignor Giulio Zerbini, di don Franco Patruno che dall’alto del loro sguardo lungimirante avevano coscienza di aver ricevuto un’eredità preziosa e di doverla trasmettere, anzi di migliorarla.
Così come hanno fatto Graziano Campanini e Gianni Cestari nel far rivivere “Nuovi Mondi” del geografo Vincenzo Maria Coronelli perché ne resti memoria.
Maria Paola Forlani