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TellusFolio > Spettacolo > Pianeta jazz e satelliti | | | | | | Pat Metheny/Brad Mehldau (Nonesuch) 2006 | | 19 Settembre 2006
Una ventina d'anni circa è il solco generazionale tra i due musicisti. Brad è cresciuto ascoltando i dischi di Pat, e quest'ultimo ha a lungo condiviso la stessa sezione ritmica del trio di Brad, e cioè Larry Grenadier al contrabbasso e Bill Stewart alla batteria. Entrambi sono musicisti che amano la musica ariosa, fatta di frasi che respirano, con la stessa predilezione per la forma perfetta e le lunghe improvvisazioni. Tutte queste affinità erano l'inevitabile preludio ad un incontro a lungo rinviato e finalmente concretizzato nel dicembre scorso, come spiega in una intervista lo stesso Metheny: «Tra noi questo incontro era un non detto, noi non ne abbiamo mai parlato esplicitamente, ma sapevamo che era ineluttabile. Finalmente abbiamo combinato un appuntamento, direttamente nello studio di registrazione. In duo o in quartetto? E perché non in duo....»
Il risultato sono dieci brani, tre del pianista e sette del chitarrista, otto dei quali suonati in duo e due in quartetto, con Larry Grenadier e Jeff Ballard. Più introspettivi e pensosi i pezzi scritti da Mehldau, più estroversi e pulsanti quelli di Metheny. Scambio dei ruoli, varietà nei ritmi e nelle forme, il tutto giocato sul terreno aperto del lirismo e della cantabilità. Personalmente mi hanno colpito da subito il primo brano (“Unrequited”), caratterizzato dal suono onirico e crepuscolare della chitarra, e l'ultimo (“Make Peace”), una splendida ballata dalle eleganti forme.
L'album richiede più ascolti, non si svela con facilità, ma la ricompensa è assolutamente magnifica in termini di raffinatezza distillata ad ogni passaggio. Stimolante, poi, l'anticipazione che vuole questo non essere altro che il primo volume dell'incontro tra i due musicisti, qui la Track List con la possibilità di ascoltare i primi 30 secondi di ogni brano.
Roberto Dell’Ava | | Articoli correlati
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