Che Daniel Ezralow, fondatore di ISO (acronimo di I'm so Optimistic, gruppo di raro virtuosismo tecnico e acrobatico) sia un gigante della coreografia e della danza contemporanea è fuor di dubbio. Un talento versatile e multidimensionale è quello del californiano, un eclettico capace di spaziare nei più vari ambiti (lo si è visto anche in sinergie e interventi nel mondo della moda, nel cinema – pure come attore –, nella televisione, oltre alle collaborazioni con musicisti quali Sting, U2, David Bowie, Pat Metheny, Andrea Bocelli).
Con il suo nuovo spettacolo, Open, Daniel Ezralow è in tournée in Italia dal novembre scorso e giunge ora a Milano, per tre giorni agli Arcimboldi a partire da venerdì 18 sino a domenica 20. Peraltro il coreografo ex Momix ama l'Italia al punto da possedere una casa in Toscana e dal terreno coltivato ricava olio d'oliva. Forse nelle sue coreografie entrano anche i riflessi della luce italiana, i riflessi d'oro dell'antico balsamico olio.
Open, diretto e coreografato da Daniel Ezralow e scritto dal losangelino insieme con Arabella Holzbog, è interpretato dalla DeConstruction Company, una fantastica tribù di performer conclamati, ossia Chelsey Arce, Dalila Frassanito, Santo Giuliano, Stephen Hernandez, Kelsey Landers, Re'Sean Pates, Marlon Pelayo, Anthea Young, italiani e d'oltre Oceano, provenienti non solo dalla danza ma anche dalla ginnastica e dalla street dance. Assistente coreografo Michael Cothren Pena, costumi di American Appeal.
«L'arte coreografica di Daniel Ezralow si fonda su un'idea di danza fatta di divertimento, agilità, sorpresa, leggerezza, coinvolgimento diretto del pubblico, utilizzo emozionale delle tecnologie visive più all'avanguardia», è stato scritto. Aggiungiamo... L'opera di Daniel Ezralow è un sublime coacervo di visionarietà e corporeità, un librarsi in volo pur con salde radici. Come non ricordare, per esempio, Mandala, «lavoro meditativo-multimediale ispirato al buddhismo tantrico» o Tosca-Amore disperato di Lucio Dalla (coreografia e co-regia di D.E.)? La lista è davvero lunga e prestigiosa.
I molteplici quadri scenici – «fulminanti vignette che fanno dello show una inarrestabile ed esaltante serie di climax», come il quadro con cyclette e tapis roulant... – che costellano Open si avvalgono delle più disparate sollecitazioni musicali: dalla classica (Bach, Beethoven, Debussy, Chopin) ai generi più legati alla contemporaneità, quale l'hip hop, sempre, comunque, un perfetto pendant al potente dinamismo estetico espresso dagli interpreti in scena.
La tecnologia c'è – video e light design compresi – ma sempre al servizio della danza, cannocchiale di moti, ventaglio di colori e d'emozioni. Soprattutto, una gioia panica, catartica. Non poco in questi tristi tempi.
Alberto Figliolia
Open, Teatro degli Arcimboldi, viale dell'Innovazione 20, 20126 Milano. Venerdì 18 (ore 21), sabato 19 (16 e 21), domenica 20 gennaio (16). Info: info@eventidanza.it, tel. Centralino 02 641142200, tel. biglietteria (lun-ven 10-18) 02 641142212/214