Nei giorni scorsi, gli esponenti radicali Giovanni Sansi e Gianfranco Camero hanno depositato presso la Procura della Repubblica di Sondrio l'istanza di opposizione all'archiviazione del procedimento che trae origine da un esposto radicale riguardante presunte irregolarità commesse dal PdL nella raccolta delle firme a sostegno del candidato della circoscrizione provinciale, in occasione delle scorse elezioni regionali del 2010.
Infatti, a seguito del recente interessamento dei Radicali circa l'esito della vicenda ancora pendente con una lettera di sollecito al Procuratore, è stata notificata la richiesta di archiviazione al GIP, con facoltà di accedere agli atti.
Dalla consultazione del fascicolo giudiziario relativo all'indagine, svolta nei mesi seguenti all'esposto, si è constatato che, dei 1.304 sottoscrittori della lista provinciale del PdL che risultavano aver firmato in un unico luogo e data ovvero a Sondrio il 26 febbraio 2010 e con unica autenticazione dell'allora assessore provinciale Alberto Pasina (PdL, foto), sono stati sentiti dagli incaricati di Polizia Giudiziaria un campione di poco più dell'uno per cento.
La maggioranza assoluta di questi ha dichiarato che l'autenticatore in questione non era presente e i rimanenti (con una sola eccezione) non sono stati in grado di poterlo affermare.
Alberto Pasina, sentito dagli investigatori, ha riconosciuto che il candidato Baitieri è stato deciso pochi giorni prima della scadenza dei termini e conseguentemente la raccolta di firme si è concentrata in quel breve lasso di tempo aggiungendo poi che, sebbene questa sia avvenuta con modalità e in luoghi diversi, l'autentica è stata materialmente “ratificata” dallo stesso in Sondrio.
I Radicali concordano pertanto circa la formulazione dell'eventuale sussistenza del reato di “falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici” a carico di Pasina, mentre contestano l’assoluta assenza di accertamenti per quanto riguarda i responsabili della presentazione della lista PdL, ai fini di eventuali ipotesi penali concorsuali.
Dal quadro delineato dagli inquirenti, sebbene in carenza di mirati e approfonditi elementi di indagine, emerge la conferma di quanto ipotizzato dai Radicali: la raccolta delle firme è avvenuta principalmente tramite fiduciari locali, forse già prima dell'indicazione del candidato, compilando talvolta i moduli con i dati anagrafici di presunti firmatari (questo spiegherebbe le 40 firme cancellate e i 676 certificati rilasciati anticipatamente), prevalentemente senza autenticatore o comunque diverso da quello poi indicato, il tutto nel contesto di illegalità tipico di queste procedure elettorali che, in mancanza di una soluzione, non potrà che riguardare anche le imminenti elezioni.
In conclusione, i ricorrenti hanno chiesto al GIP l'estensione delle indagini a tutti i sottoscrittori e i necessari accertamenti relativi ai responsabili della presentazione della lista PdL, nella convinzione che, stanti i tempi ristretti di raccolta delle firme (4 o 5 giorni), la candidatura di Baitieri mai avrebbe potuto perfezionarsi nel rispetto del dettato normativo.