La notizia del giorno da Cuba è che non è stato concesso alla figlia di Oswaldo Payá di recarsi in Cile per motivi accademici. Ma non stava cambiando qualcosa? I cubani non sarebbero stati liberi di spostarsi? Certe decisioni, in linea con vecchie ideologie, dimostrano quanto lavoro ancora resti ancora da fare in tema di diritti umani e quanto siano stati frettolosi gli entusiasmi della stampa internazionale.
Nel frattempo la vedova del dissidente ha chiesto di poter parlare con Ángel Carromero, il politico spagnolo che avrebbe causato la morte di suo marito in un incidente automobilistico, prima che abbandoni definitivamente l'isola per scontare la sua pena in Spagna.
Ofelia Acevedo – moglie di Payá – continua a essere convinta, come buona parte del Movimiento Cristiano Liberación (MCL) che la Sicurezza di Stato abbia giocato un ruolo determinante nella morte del dissidente cubano. Per questo motivo chiederà all'ambasciata spagnola di poter incontrare Carromero, insieme a sua figlia Rosa María, per ascoltare la sua versione dei fatti, prima che venga estradato in Spagna.
Carromero è stato condannato a 4 anni di carcere per omicidio colposo. Un accordo bilaterale Cuba-Spagna permetterà al giovane politico di scontare la pena in patria. Il dubbio dei familiari di Payá è confortato da alcuni messaggi inviati da Carromero il giorno del sinistro, nei quali si legge che il dissidente era sorvegliato giorno e notte da agenti della Sicurezza di Stato. Altre fonti – che sembrano molto fantasiose – dicono che dopo l'incidente Payá era ancora vivo, ma che i soccorritori l'avrebbero lasciato morire, perché si trattava di un dissidente.
Gordiano Lupi