Vedo volentieri il programma di Oliviero Beha sulla rete 3, perché stimo l'autore e mi piace il suo tono dimesso interrogativo dubbioso.
Il tema prostituzione/escort trattato nell'ultima puntata di “Telepatia” mi ha interessato molto e vorrei solo suggerire a Beha di chiamare consulenti che abbiano dedicato tempo e interesse specifico alla tematica, e non solo si raccomandino per essere persone serie colte non bigotte, specialmente quando si tratta di questioni che riguardano le donne, e che non hanno mai storia o meglio la storia non è mai raccontata.
Credo non sia giusto saltare il dibattito sulla legge Merlin che tra l'altro abolì lo sfruttamento di stato della prostituzione attraverso le tasse ricavate dalle case di tolleranza ecc., né le vicende del Comitato per i diritti civili delle prostitute che fu partecipe e guida della lotta delle prostitute italiane per liberarsi dei magnaccia e autorganizzarsi.
Resta naturalmente aperto il tema delle prostitute fatte venire con l'inganno dai paesi di migrazione ed esposte alla più feroce segregazione e sfruttamento. Altrimenti capita di sentire una donna peraltro colta sensibile e non di idee ristrette lasciar quasi intendere che sarebbe meglio avere di nuovo i casini, come li avrebbero gli altri paesi “più avanzati”. Se intende le vie a luci rosse della “avanzata” Olanda, non ha mai visto la tristezza di quella soluzione.
A me pare che la evoluzione corretta del problema sia nel riconoscere che la prostituzione è un mestiere, non un reato, che ne deve perciò essere protetto l'esercizio (ad esempio, se si vuol regolamentare la sua presenza lungo le strade, bisogna che i sindaci trattino con i comitati delle prostitute; se esse lamentano che i clienti pretendono rapporti non protetti, la polizia intervenga per violenza sessuale ecc. ecc.).
Autorganizzazione significa che gruppi di prostitute possono affittare uno o più appartamenti ed esercitarvi il loro mestiere o abitarli, senza schedature ecc.
Devo dire comunque che la parte rivolta alle escort mi ha molto colpita e sono d'accordo con l'intervento di una giovanissima studente che ha detto di condividere il loro atteggiamento di rivalsa verso i clienti ricchi così come mi ha molto convinta la coscienza di sé che era presente in alcune tra le escort intervistate.
Naturalmente se si pensa a qualcosa che vada oltre il capitalismo e la sua tendenza a ridurre tutto a merce, bisogna pensare a rapporti liberi e relazioni paritarie e non di sfruttamento, di piacere e non di possesso violento, ma fino a che il mercato domina tutti i rapporti umani non è lecito giudicare con scandalo una prestazione sessuale, mentre non si considera prostituzione quella di un o una giornalista, che vende la propria penna o di un ricercatore/trice che si impegna a dimostrare per interesse che il clima non è cambiato o che le emissioni velenose di varie produzioni e industriali sono compatibili con la salute.
Lidia Menapace