Dopo 41 giorni Rita Bernardini, Irene Testa e Maurizio Bolognetti hanno interrotto ieri il digiuno; sarà Marco Pannella a portare avanti l'iniziativa nonviolenta a partire da oggi. Annunciata nuova mobilitazione dentro e fuori le carceri da domenica 9 a martedì 11 dicembre.
La risoluzione radicale per il diritto di voto dei detenuti è stata calendarizzata e sarà discussa martedì 11 dicembre nelle commissioni giustizia e affari costituzionali in riunione congiunta. Un successo della lotta nonviolenta che ha convinto la deputata radicale Rita Bernardini, promotrice e prima firmataria del documento, a sospendere lo sciopero della fame che portava avanti da ormai 41 giorni insieme alla segretaria del Detenuto Ignoto Irene Testa e al segretario di Radicali Lucani Maurizio Bolognetti, con il sostegno di altri militanti e dirigenti radicali.
Per rivendicare il proprio diritto di voto, ostacolato da disinformazione e da una procedura farraginosa, decine di migliaia di reclusi in tutta Italia avevano digiunato dal 19 al 22 novembre scorso, alternando ogni sera per quattro giorni battitura delle sbarre e momenti di silenzio. Una mobilitazione promossa dal Partito Radicale dentro e fuori le carceri e che riprenderà nei prossimi giorni, come annunciato da Marco Pannella, che ha chiamato nuovamente a raccolta la comunità penitenziaria dai microfoni di “Radio Carcere”. Così, mentre da oggi il leader radicale porterà avanti un'iniziativa nonviolenta di sciopero della fame, alternato ogni tre giorni da una giornata di sciopero della sete, domenica 9, lunedì 10 dicembre e martedì 11 nelle carceri si ripeterà la battitura alle sbarre delle celle con questi orari: domenica e lunedì dalle 13 alle 13:30 e dalle 19 alle 19:45 mentre martedì la battitura verrà effettuata dentro e fuori le carceri dalle 13 alle 13:30 (e anche davanti a Montecitorio con pentole, coperchi, posate e tutto il necessario per farsi sentire).
«Pur essendo moltissimi i reclusi che conservano il diritto di voto, finora soltanto il 7 per cento di loro è stato messo nelle condizioni di esercitarlo, a causa di ostacoli e complicazioni burocratiche che privano i detenuti di un diritto dovere fondamentale», fa sapere Rita Bernardini. Con la risoluzione, sottoscritta da quasi 40 deputati di diversi gruppi parlamentari, si chiede al governo di sollecitare, attraverso il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, i direttori degli istituti penitenziari affinché informino tempestivamente i detenuti sugli adempimenti da compiere per essere ammessi al voto in carcere; di avviare con ampio margine di tempo le operazioni di registrazione nelle liste elettorali dei detenuti elettori e la consegna delle loro tessere; di emanare una circolare affinché si assicuri in modo tempestivo l'esercizio del diritto di voto dei detenuti che non hanno perso il godimento dei diritti civili e politici, in particolare di quelli interessati dalle elezioni regionali di febbraio e che sono reclusi in regioni diverse da quelle in cui risultano residenti; e infine di individuare e promuovere una modifica dei punti più critici della normativa italiana in materia di esercizio del diritto di voto dei detenuti, così da renderlo più agevole, e quindi effettivo.
Con questa nuova mobilitazione i radicali intendono inoltre ribadire l’urgente necessità di riportare la giustizia italiana e la sua appendice carceraria nel perimetro della legalità attraverso un provvedimento di amnistia: il solo in grado di interrompere immediatamente la condizione di flagranza di reato in cui versa lo Stato italiano rispetto ai propri cittadini.
Fonte: Radicali.it