Lo puoi vedere dieci, cento, mille volte, non ti stancherai mai. Paolo Nani è un artista che definire sorprendente è assolutamente limitativo. Un talento immane. Mimo e clown, maestro di teatro fisico, una leggenda. E il suo spettacolo La Lettera (regia di Nullo Facchini), in scena da quasi quattro lustri, un Family Show a tutti gli effetti, ogni volta ti regala e rinnova emozioni e sensazioni: uguale e diverso e sempre impagabile e incomparabile. Ti sganasci dal ridere e la catarsi è compiuta. Scopri quanto e come la stessa realtà possa essere rivisitata e quanti punti di vista essa possa alimentare ed emanare. Una lezione: con riso e sorriso.
Torna al Teatro Filodrammatici Paolo Nani. Dal 4 al 9 dicembre si potrà rivedere La Lettera, o si scoprirà da parte di chi non ha sino a ora avuto la ventura e la fortuna di avere a che fare con questo straordinario artista, originario di Ferrara e un giorno emigrato in Danimarca a cercar fortuna (che ha ben rinvenuto).
Un'occasione imperdibile, ve lo può assicurare chiunque abbia assistito alla performance dello stralunato e pur lucido Paolo che al termine di ogni spettacolo rimarrà a disposizione del pubblico per rispondere a qualsivoglia domanda o curiosità.
«Paolo Nani si potrebbe definire una delle tristi conseguenze della fuga dei cervelli dall’Italia. Da vent’anni il comico italiano, di Ferrara, vive in Danimarca, dove ha fondato una sua compagnia e dove porta avanti con dedizione la sua ricerca teatrale. È considerato uno dei pochissimi maestri contemporanei a livello mondiale del teatro fisico o non-verbale», viene giustamente ribadito. «La Lettera, un piccolo miracolo di precisione scenica e talento, un vero e proprio “Bignami” del teatro comico, è in tour da diciotto anni in tutto il mondo: l’hanno vista in Groenlandia, in Argentina, in Spagna, in Norvegia e in Italia. Lo spettacolo ha vinto il 1° Premio United Slapstick di Francoforte e il 1° Premio Roner SurPris 2005 di Carambolage, Bolzano». Si tratta di un tema con quindici variazioni, che prende le mosse dagli Esercizi di stile di Raymond Queneau. L'artista è solo sul palco e lo gestisce con un tavolo e una valigia di oggetti, pochi, riuscendo a creare microstorie che pur avendo la stessa trama sono, per via dell'interpretazione, sempre variabili e diverse. Un geniale virtuosismo, ma non fine a sé stesso, a dominare.
Non paghi, quelli del Teatro Filodrammatici, propongono anche, dall'11 al 16 dicembre, L’arte di morire ridendo... «Ottanta minuti di comicità e commozione senza parole, ma con tantissima vita dentro, per quanto ciò sembri strano se pensiamo al titolo. Paolo Nani e Kristjan Ingimarsson sono due clown, un duo di grandi attori al culmine della carriera. Improvvisamente uno di loro apprende che sta per morire. Ma come è difficile immaginare la morte di un clown! Non ci sono istruzioni, indicazioni da seguire per un clown. Uno spettacolo di grande delicatezza e intelligenza ma anche di immediata godibilità, in miracoloso equilibrio tra le lacrime di commozione e quelle procurate dalle risate».
L’arte di morire ridendo è stato un grande successo europeo e, dopo aver vinto il “Comedy Arts Festival” di Moers, ha raccolto un'entusiastica accoglienza al “London Mime Festival” 2011.
In mezzo alle due recite, dal 7 al 9 dicembre, un importante workshop per l'esplorazione «del mondo della comicità, della magia del gesto e della straordinaria capacità di comunicare attraverso le espressioni mimico-facciali e corporee».
Alberto Figliolia
Teatro Filodrammatici, via Filodrammatici 1, Milano.
Info e prenotazioni: tel. 02 36727550, biglietteria@teatrofilodrammatici.eu, www.teatrofilodrammatici.eu. Orari spettacoli: martedì giovedìì sabato ore 21; mercoledì venerdì ore 19:30; domenica e sabato 8 dicembre ore 16.