Domenico Vecchioni
Pol Pot
L’assassino sorridente
Grego&Greco, pp. 155, € 12
Domenico Vecchioni è un esperto saggista che si è specializzato in agili volumetti di biografie storiche, esaurienti e semplici, cosa non facile da abbinare, utili per la conoscenza di personaggi del nostro passato. Abbiamo letto un suo lavoro su Evita Peron, ma anche un bel profilo di Raúl Castro, senza dimenticare due libri che raccontano la vita di Richard Sorge e di Raoul Wallemberg. Opere di grande interesse, in modo particolare la biografia del nuovo (si fa per dire) Capo di Stato cubano, frutto della conoscenza diretta dell’ultimo sistema comunista come ambasciatore italiano sull’isola dei fratelli Castro.
Pol Pot. L’assassino sorridente è un libro che si legge tutto d’un fiato, come un allucinante romanzo horror, ma Vecchioni racconta un storia vera, riassume in poco più di 150 pagine la follia di un uomo al potere e il genocidio compiuto da un esercito di sanguinari ragazzini. I Khmer rossi – per anni esaltati da una strana sinistra italiana – hanno ridotto la Cambogia allo spettro di se stessa, riempiendo il territorio di ossari e fosse comuni, dopo aver celebrato processi farsa, torture, decapitazioni e aver preso assurde misure anticapitaliste. Vecchioni scrive di getto, come un romanziere, racconta una rivoluzione compiuta per realizzare l’uguaglianza perfetta, trasformata in un assurdo e feroce sistema di eliminazione di massa. Un manipolatore delle menti come Pol Pot (Saloth Sar è il suo vero nome), uno folle ignorante geniale, un contadino-oratore che indottrina le masse, le spinge a lottare contro monarchia e corruzione per costruire un sistema perverso, figlio del suo delirio di onnipotenza. Pochi anni al potere bastano per uccidere due milioni di uomini, compiendo un genocidio storico che mette in ginocchio la Cambogia. Pol Pot chiude gli ospedali, caccia i medici, elimina le scuole, definite inutili perché la vera scuola sono le risaie e le campagne. Malati terminali si aggirano per strada come zombi, bambini denutriti muoiono sotto gli occhi di madri costernate, soldati bambini fucilano controrivoluzionari. «Meglio uccidere dieci amici che lasciare vivo un solo nemico», afferma Pol Pot. I suoi uomini lo prendono alla lettera: torturano e massacrano, senza pietà. Vecchioni descrive il ruolo ambiguo del principe Norodom Sianouk (recentemente scomparso), la strana posizione degli Stati Uniti, i rapporti con il Vietnam, prima nemico storico della Cambogia, quindi esercito liberatore, per finire con gli atti del processo di Phnom Pen.
Pol Pot. L’assassino sorridente è un testo importante per conoscere un triste episodio della storia contemporanea, approfondire le gesta assurde di un governo sanguinario, fondato su ignoranza e repressione, guidato da un gruppo di sadici assassini che non hanno esitato a compiere uno sterminio deliberato di un popolo. Leggendo il libro di Vecchioni mi sono venute a mente alcune tragiche sequenze del Salò di Pasolini, opera terminale di un grande intellettuale nemico di ogni dittatura. Giovanni Scuderi, uno pseudo giornalista italiano che spero sia scomparso nel niente, alla morte di Pol Pot ebbe il coraggio di scrivere un articolo celebrativo sul dittatore cambogiano, definendolo salvatore della patria. I servi sciocchi del potere sono peggiori dei dittatori che ne armano la penna intrisa di sangue. Leggete questo libro e fatelo leggere ai vostri figli, perché la follia non assurga mai più a sistema di potere.
Gordiano Lupi