Non ci resta che scegliere
Ormai sono tutti convinti che le #primarieparlamentari si debbano fare: è stata dura, ma ce l’abbiamo fatta.
Ormai tutti hanno compreso che per consolidare il dato politico costituito dalle primarie per la scelta del premier, è decisivo il passaggio che riguarda i parlamentari e la loro libera scelta da parte dei cittadini. Anzi, quest’ultima è forse ancora più importante – come sostengo personalmente fin dal 2008 – per dimostrare che il Pd ha a cuore soprattutto due cose: la fiducia dei cittadini e la capacità di dare rappresentanza alle comunità e alle sensibilità di tutto il territorio nazionale. In un rapporto chiaro fin dall’inizio, che si possa poi concretizzare nel corso della legislatura con una relazione costante tra elettori ed eletti.
La vera risposta alla cosiddetta «antipolitica» (perché parecchio «antipolitico», in verità, sarebbe continuare così, con le liste bloccate nominate da questo o da quella).
Siccome però (e lo ricordavamo pochi giorni fa) i tempi stringono, vale la pena di insistere perché subito dopo il ballottaggio, si definiscano le modalità di voto, come chiediamo, con Prossima Italia, da due anni, e da gennaio con un regolamento scritto da tutte le componenti del Pd. Si convochi la direzione del partito, si precisino i criteri e si dia mandato a tutte le federazioni di promuovere questa competizione, leale, tra democratici.
Qui trovate tutte le informazioni del caso, con la cronistoria delle puntate precedenti.
E qui, se potete, avete la possibilità di donare donare anche solo un euro per sostenere una campagna che vorremmo avesse tutta la visibilità necessaria perché i cittadini possano votare, a gennaio, i parlamentari che saranno collocati nelle liste a marzo. Un crowdfunding di tanti perché a scegliere tornino a essere tutti.
A mio avviso, così non solo si vince, ma si gioca anche bene. E pulito.
Giuseppe Civati
(dal blog [ciwati], 28 novembre 2012)