La polizia cubana ha messo in libertà ieri sera (lunedì 26 novembre), il noto dissidente Antonio G. Rodiles, 19 giorni dopo il suo arresto, avvenuto nel corso di una violenta repressione che ha prodotto una battaglia legale per abusi di polizia, intrapresa da avvocati dissidenti.
«Adesso dobbiamo andare avanti con maggior forza», ha detto Rodiles al blog spagnolo Diario de Cuba. «Le cose devono cambiare e la violenza deve finire».
Rodiles ha dovuto pagare una multa di 800 pesos cubani - circa 32 dollari, due mesi di salario medio a Cuba -, anche se non ha potuto conoscere le accuse a suo carico.
Alcuni agenti della Sicurezza di Stato arrestarono e picchiarono Rodiles mentre si trovava insieme ad altri dissidenti davanti a una stazione di polizia dell'Avana, il 7 novembre, per chiedere la liberazione dell'avvocata Yaremis Flores, arrestata un mese prima. Una foto scattata in carcere con un cellulare ha dimostrato come Rodiles sia stato percosso, perché aveva un livido a un occhio.
La prolungata detenzione di Rodiles è stata condannata dal governo degli Stati Uniti, da alcuni leader dell'esilio e da gruppi internazionali per i diritti umani.
Rodiles è promotore di due progetti: “Estado de Sats”, per le libertà intellettuali e culturali, e “Domanda Civica per un'altra Cuba”, focalizzata sui diritti umani.
I legali di Rodiles hanno denunciato gli agenti della Sicurezza di Stato, perché non si identificarono, agirono con violenza inutile e non informarono i familiari dei detenuti sul luogo della carcerazione. Si tratta di un modo per creare un poco di attenzione sul problema, visto che nessuno si attende che il regime condanni se stesso, o meglio, il suo braccio esecutivo.
Gordiano Lupi