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Premi e concorsi/ Adriano, Cerro e Facchini premiati a Sant’Elia Fiumerapido
27 Novembre 2012
 

Una bella serata, una festa della poesia, sabato 24 novembre scorso a Sant’Elia Fiumerapido. Cerimonia conclusiva del Premio “Città di Sant’Elia Fiumerapido”, quest’anno alla 15ª edizione, traguardo non da poco.

La sala era piena. Molti, oltre ai vincitori e a parecchi dei finalisti, i poeti presenti. Tra essi ci piace segnalare Mariano Coreno, poeta italo-australiano, originario di Coreno Ausonio, ma residente da molti decenni a Melbourne, in questi giorni in Italia per una vacanza. E poi scrittori, artisti, intellettuali, persone del mondo della scuola, gente comune.

Vincitori Domenico Adriano (Roma), primo premio, Maria Benedetta Cerro (Castrocielo - Frosinone), secondo, e Leonardo Facchini (Torino), terzo. Finalisti: Ermanno Boffi (Milano), Edmondo D’Amici (Pofi - Frosinone), Floredana De Felicibus (Atri - Teramo), Anna De Santis (Cassino - Frosinone), Franco Fiorini (Veroli - Frosinone), Maria Giusti (Venafro - Isernia), Maria Natalia Iiriti (Bova Marina - Reggio Calabria), Umberto La Marra (Candia Canavese - Torino), Francesca Morelli (Atina - Frosinone), Domenico Novaresio (Carmagnola - Torino), Domenico Ruscetta (Ceprano - Frosinone), Andrea Venzi (Bologna).

Anche quest’anno poeti affermati e nuove scoperte (Francesca Morelli, tredici anni), grazie a una Giuria – composta da Amerigo Iannacone (Presidente), Carmine Brancaccio, Paolo De Paolis, Ida Di Ianni e Graziuccio Di Traglia – che ha operato sempre le scelte giuste.

Dopo la relazione del Presidente della Giuria Amerigo Iannacone, si sono susseguiti gli interventi di Carmine Brancaccio, Paolo De Paolis, oltre ai saluti dell’Assessore alla Cultura Antonio Trelle, del vicesindaco Fernando Cuozzo, e Angela Di Cicco, Presidente della commissione Cultura.

Ida Di Ianni ha poi letto il verbale della Giuria e le motivazioni e si sono quindi avvicendati prima i finalisti presenti, poi i vincitori a ritirare attestati e premi e a leggere le loro poesie.

 

 

Domenico Adriano (foto) – primo premio –, originario di Coreno Ausonio (Frosinone), vive a Roma da quasi cinquant’anni. È uno che ha passato tutta la sua vita tra i libri, per lavoro e per passione, ed è un poeta particolarmente raffinato. È stato anche libraio e editore dell’etichetta L’Officina Libri di Roma, una piccola casa editrice che ha pubblicato però a suo tempo libri importanti.

Adriano è stato l’ideatore di una pagina di poesia sul settimanale Avvenimenti, che è uscita dal 1989 al 2000, percorrendo così la storia dei poeti e della poesia di ogni tempo e letteratura e ha inoltre curato diverse antologie di poesia: di donne, contro la guerra, contro il razzismo.

Per le edizioni Caramanica cura le collane “Libri di Poesia”, con Rodolfo Di Biasio, e “I Limoni Poesia”, con Francesco De Nicola.

In poesia ha pubblicato La polvere e il miele (1977), Bella e Bosco (1995), Bambina mattina (2002), Papaveri perversi (2008).

Voluminosa la sua bibliografia critica.

 

Riportiamo, qui di seguito, le poesie per le quali è stato premiato.

 

 

Dopo che il mare se ne andò

 

Dopo che il mare se ne andò

ci sono voluti miliardi di anni

per fare questi marmi.

Fiore ce ne mostra vari

tagli, li bagna per illuminarli.

Non parla, le sue parole

sono i massi scelti

con cura ad uno ad uno.

Veniamo attratti da una pietra

che ci seguiva. A me

pareva di nuotare lentamente

a ridosso di una barriera

corallina: rosse

castagnole, balletti

di pesci farfalla, coralli

simili alle ginestre dei miei monti.

«Questa l’ho tagliata coricata!»

La montagna si era addormentata.

 

16 gennaio 2012

 

Domenico Adriano

 

 

 

Per le vie gridavano i trampolieri

 

Per le vie gridavano i trampolieri

meraviglie alle donne ai garofani

dei davanzali. Ma perché le bugie

dovrebbero avere le gambe lunghe?

L'aria profumava di primavera.

Acrobati, pagliacci, saltimbanchi:

io scelsi il mestiere del trampoliere.

Giungeva di lontano

simile a quello della volpe presa

dal cacciatore il pianto

delle bestie feroci, non erano

contente prigioniere. Misi in gioco

tutto il mio pensiero – nella penombra

della casa da uno spiraglio un raggio

di sole vibrava in un gran polverio.

 

Domenico Adriano


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