Al suo terzo giorno, la missione cinese del governo italiano è sbarcata a Canton, dove sono radunati gli impreditori italiani che hanno seguito il governo, e dove espongono i loro progetti e prodotti alla fiera della città. Proviamo a parlare con gli italiani che già da qualche anno fanno affari qui. Un giovane imprenditore bresciano che produce strumenti meccanici di precisione ci dice che nelle province, lontane dalla regione di Canton o Nanchino uno stipendio di 80 Euro è già un lusso, e un ingegnere specializzato fa la sua vita agiata con 500 euro al mese. La Cina è ancora la fabbrica del mondo a basso costo, anche se molti pensano già all'enorme mercato interno che comincia a decollare.
Difficile parlare di diritti umani e pena di morte. I cinesi non parlano italiano. Quelli che parlano inglese non hanno molta voglia di essere intervistati, anche se non abbandonano mai i sorrisi e sono sempre gentili e ospitali. Federico Rampini, inviato di Repubblica a Pechino e autore di libri famosi sulla Cina, ci dice che le libertà individuali in Cina oggi in qualche modo stanno emergendo, ed è imparagonabile la vita quotidiana di un cinese di oggi, che ha infinite possibilità in più di sapere qualcosa del mondo rispetto a 10 o 15 anni fa. Rampini è sicuro che il regime comunista è destinato al collasso. Il problema gravissimo sarà quello del trapasso: se sarà violento oppure no. E Rampini sembra propendere per la prima ipotesi.
Internet è censurata. Abbiamo provato e toccato con mano. Con David Carretta abbiamo fatto varie prove. Radicalparty.org non viene caricato: la pagina dà errore. Sorte migliore per Radicali e Radioradicale.it che si vedono completamente in tutti i loro contenuti. Una giornalista italiana ci ha raccontato che la sua scheda Gprs per ondare online tramite una scheda telefonica cellulare gli è stata immediatamente disabilitata. Aveva cercato su Google: diritti umani, pena di morte, piazza Tien an Men.
Michele Lembo
(da Notizie radicali, 15 settembre 2006)
P.S. – Una piccola testimonianza della censura di Internet in Cina possiamo portarla anche noi. All'avvio di questo giornale web, abbiamo contatto un amico scrittore che da alcuni anni vive a Pechino, accordandoci per una corrispondenza con dei flash di vita cinese, brevi considerazioni etc. (un “Oblò cinese”, per intenderci). Dopo due o tre scambi di messaggi, per definire le coordinate tecniche della collaborazione, e quando ormai si trattava di iniziare (quasi un anno fa) è stato completamente impossibile comunicare con lui e ogni ulteriore nostra mail è rimasta senza risposta... (Es)