Non c'è mai limite al peggio, il crollo di un mito direbbe qualcuno. Tutto ad un tratto, in una di quelle poche volte che mi capita di guardare la TV, mi vedo lo Zucchero national rock in camicia militare con il sigaro in bocca che in arrangiamento musicale provava a cantare Guantanamera. Se non fosse perché sono in Italia, mi sembrava proprio uno di quegli spot turistici che passano negli hotel all’Avana, proprio quelli che usa il regime per vendere il paese ai turisti: cubani sempre sorridenti e felici che ballano e fumano sigari della mattina alla sera. Roba da non credere. Così la domanda sorge spontanea, come fa uno come Zucchero, anticonformista di natura da sempre, uno come lui che da sempre lotta per togliere i luoghi comuni che gli altri vedono nella cultura di un paese, ad accettarli a sua volta in questa circostanza?
Se poi penso che sono in Italia da diciotto anni e ancora, ogni volta che mi viene presentato qualcuno, mi si chiede sempre: sei proprio cubano cubano? (vedendo il colore della mia pelle, sono bianco) o le altre solite domande: balli bene? come sta Fidel?...
Questo è, in fondo, quello che il regime ha voluto che il mondo credesse che siamo noi cubani, non riescono a capire che i cubani non sono bianchi o neri: sono semplicemente cubani. Non riescono a capire che Cuba non è il governo cubano e, soprattutto, non riescono a imparare quanto può essere vasta e diversa la cultura di un popolo sparso per il mondo grazie al suo regime, ininterrottamente al potere da 55 anni.
Ma si sa, la nostalgia di certe ideologie ancora oggi ha un certo successo. Da Zucchero, però, questo non me lo aspettavo proprio! Così ho saputo che il video non veniva da solo, ma che era in programma un concerto all’Avana e allora un’altra domanda sorge spontanea: almeno avrà sentito il suo amico Bono degli U2, rappresentante per Amnesty International, che l’anno scorso in suo concerto – il video si trova in rete – pubblicamente chiese la libertà per Cuba esigendo al governo cubano di rispettare i diritti umani? L'avrà fatto? Non so. Quel che so è che ora Zucchero si trova all’Avana, fra qualche giorno darà un concerto e avrà quindi un po’ di giorni per farsi vivo con quelli, anticonformisti come lui, che vivono a Cuba. La domanda è: li incontrerà, quelli come lui, o si farà fregare della nostalgia dei barbuti, come fecero anche altri prima di lui accettando le stanze del regime e guardando dall’altra parte? Tanto il concerto a Cuba è una figata da paura, e poi si torna in occidente alzando la voce dell’anticonformismo, dove tutto e permesso...
Con amarezza, mi crolla un mito! Quando si dice che non c'è mai limite al peggio...
Roberto Pereira