«La grande paura del Duemila è di ritornare poveri», scrive Giampaolo Pansa in Poco o niente.
E già. Basta andare in un supermercato per accorgersi che i consumi sono cambiati. Niente più tre per due, niente più multiconfezioni… confezioni singole, monoporzioni, il settore della merce scontata perché in scadenza o sta deperendo è più affollato… Anche il mercato si adegua. La fatica di arrivare alla quarta settimana è tangibile. Obbligatorio mettere mano ai risparmi messi da parte che vengono consumati piano piano. È prevedibile un ulteriore impoverimento.
Intanto, cambiano un sacco di cose: la fine di Berlusconi, la fine della Lega, ridotti ai minimi storici; il Celeste, dopo aver costruito una lobby economica potentissima come Cl e Compagnia delle Opere ed aver contato 15 indagati nella sua maggioranza, si è visto costretto a mollare. L’amministrazione della regione Lombardia è implosa come quella del Lazio, travolte dagli scandali. Andremo presto a votare per regionali e nazionali.
Rottamatori vecchi e nuovi teorizzano il cambiamento. Dei rottamatori nuovi ho già parlato nel 2010, all’epoca della convention della Leopolda… Tutti auspichiamo la fine di questa “seconda repubblica”, con il suo seguito di ministri tecnici, ma ancora non è chiaro come sarà la terza.
Si fa fatica a vedere la luce in fondo al tunnel. La linea è ancora tutta da tracciare. Sembra ancora di navigare a vista. C’è un apparato di potere tutto da smantellare e non sarà facile.
Quello che si può prevedere è che Formigoni e la Compagnia delle Opere cercheranno di mantenere la rete di potere costruita in questo ventennio. Per garantire la continuità di questa rete, quello che si può prevedere è che Formigoni candidi un ciellino (Maurizio Lupi?). Comunque la pensiate, che siate di destra o di sinistra, occorre opporsi a questa logica, occorre interrompere questa sciagura… soprattutto per la sanità, dove il potere di cielle è fortissimo e in corsia vorremmo dei primari bravi, non dei primari che sono tali perché hanno la tessera di Cl in tasca.
Quello che si può prevedere è che le Multinazionali non molleranno l’osso e cercheranno in tutti i modi di imporre i loro diktat.
Quello che si può prevedere è che rottamatori vecchi e nuovi cercheranno di far passare le loro teorie di cambiamento e sarà difficile distinguere il buono dal cattivo, il vero dal falso.
Personalmente mi sono schierata con Bersani. A Renzi riconosco il merito di discutere di ricambio della classe dirigente, ma per quello c’era già Grillo. Da Renzi pretenderei più coerenza. Non si può dire che si è contro il finanziamento pubblico dei partiti ed essere indagati per 600.000 euro di spese di rappresentanza… c’è qualcosa che non convince. Non mi piace che dica che la Costituzione è un ferro vecchio… per fortuna c’è Benigni che annuncia una campagna per farla conoscere meglio. Piuttosto di Renzi voterei Vendola, che ha operato una sorta di cambio culturale.
Quello che si può prevedere è che vincerà Bersani alla misura perché Renzi attira a sé anche i voti del centrodestra. La sintesi di Renzi l’ha fatta Berlusconi: “Renzi promuove le nostre idee sotto l’egida del PD”… Non mi pare bello. Il nuovo di questo tipo non è quello che cerco. E se dovesse vincere Renzi rivendicherà la sua influenza e un PD più spostato a destra non lo vorrei.
Quello che si può prevedere è un riavvicinamento delle parti sociali. Se fino ad ora la cosiddetta società civile, il terzo settore, ha evitato accuratamente i partiti, ora le cose cambieranno. Il terzo settore ed i partiti, insieme, hanno la responsabilità di sollevare le sorti della nazione e qualche segnale di cambiamento rispetto ai rapporti di queste parti sociali s’è già avvertito. Del resto, quello che spesso sfugge è che anche i partiti, a rigore, fanno parte del terzo settore.
Quello che si può prevedere è che la gente, stanca di scandali e di pagare di tasca le nefandezze di una politica asservita ai poteri forti, si ribellerà. Si rivedranno i paradigmi, da quelli che riguardano i diritti di cittadinanza a quelli del controllo e la partecipazione.
Quello che già si vede e che si può prevedere è che il PD e il Movimento 5 Stelle sono in sensibile aumento, ma il partito più grosso è ancora quel 40% di indecisi… che però decideranno e la loro scelta sarà determinante. Ma la loro scelta al momento non è prevedibile.
Siamo in mano agli indecisi… c’è da sperare che sentano il peso di questa responsabilità e decidano con coscienza… Il momento è drammatico e confido che lo faranno.
Quello che si può prevedere è che verrà Natale e sarà un Natale strano, sensibilmente più povero, con meno strenne, forse più triste, ma più riflessivo… o poco o niente, forse migliore.
Martina Simonini
(da 'l Gazetin, novembre 2012)