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Primarie Lombardia. Kustermann: “Mi candido. Ambrosoli? Lo stimo, ma aspettare Godot non serve...” 
Intervista di Angela Mauro per “L'Huffington Post”
07 Novembre 2012
 

«Ho aperto il primo servizio sulla violenza domestica: sono riuscita a convincere regione e comune che ne valeva la pena, già nel ’96… Ho avuto riconoscimenti da amministrazioni di centrodestra e centrosinistra… Sono primaria di un pronto soccorso, ho a che fare con l’emergenza… Insomma, non dovrei vantarmi da sola… Ma credo di aver dimostrato che se si vuole, si può. Sono un’illusa?»

Alessandra Kustermann (foto), 59 anni, madre di due figli nonché nonna, primario di ginecologia al “Mangiagalli” di Milano, dove nascono 10mila bambini all’anno, laica da non scegliere l’obiezione di coscienza sull’aborto ma impegnata per impedirlo: convinta che permettere a una donna single di accedere alle graduatorie per una casa possa evitarle l’interruzione di gravidanza. Tocca a lei rompere gli indugi sulle primarie per le regionali in Lombardia, mentre il centrosinistra aspetta l’ultima parola da Umberto Ambrosoli, uomo che convince dal Pd ai centristi passando per Sel, tanto che, se scendesse in campo, in molti ritengono superflua la competizione ai gazebo fissata per il 15 dicembre. Non per Kustermann. Lei intanto ha deciso per sé: si candida. E dalle primarie non si sposta.

 

– In passato tante battaglie, ma mai candidata. Cosa l’ha convinta a mettersi in gioco?

Sono una persona pragmatica. Se vogliamo far vincere i valori della società civile che sono i miei stessi, di centrosinistra e dei cittadini moderati, cioè la legalità, la solidarietà, l’equità, la meritocrazia, la difesa dell’ambiente, penso che sia fondamentale andare alle primarie. Stanotte ci sarà la grande sfida per le presidenziali negli Usa: quella sfida è nata da consultazioni popolari fatte da repubblicani e democratici, sfide che dimostrano come sia possibile scegliere il futuro presidente in modo che tutti si possano riconoscere nella candidatura finale. Davanti, abbiamo solo 45 giorni per le primarie (voto il 15 dicembre, ma entro il 17 novembre bisognerà presentare tremila firme per candidarsi, ndr): non si può indugiare ancora, penso che non abbia senso.

– Anche Ambrosoli dovrà correre alle primarie, se deciderà di scendere in campo?

Lo stimo molto, ma ad oggi non ha ancora deciso e siamo già al 6 novembre. Io guardo al presente, parlo di me e della mia storia.

– Le primarie non si toccano.

Mi sembra l’unico sistema democratico per scegliere il candidato. Lo usano negli Usa, va usato anche in Lombardia.

– La sua è una candidatura non di partito. Come ci sono rimasti nel Pd?

I partiti del centrosinistra parlano di un patto civico tra la società civile e i partiti. Io sono candidata dalla società civile, più di mille firme hanno chiesto la mia candidatura: donne e uomini, laici e cattolici, dipendenti pubblici e privati, gente di ogni ceto sociale, esperti del terzo settore, medici delle professioni, artigianato e imprenditoria, tutte persone accomunate da un grande impegno civile e sociale.

(Per capirsi, ecco alcuni nomi: Bice e Carla Biagi, Carlo e Nando Dalla Chiesa, Isabella Bossi Fedrigotti, Paola Bonzi del Movimento per la vita, Carlo Dall’Aringa, Marina Di Segni, Giorgio Lambertenghi Deliliers, presidente dell' Associazione medici cattolici di Milano, ecc.)

Io, candidata dalla società civile mi candido con il centrosinistra per primarie libere. Bisognerà aderire al manifesto del centrosinistra presentato la settimana scorsa, ma con la coscienza che in un patto civico non ci può essere la supremazia di uno sull’altro.

– E comunque: pronti, partenza, via verso i gazebo.

Se aspettano Godot e poi non arriva, che fanno? È inutile sprecare tempo, le regole sono state approvate già venerdì scorso, io ho svolto una prima riunione della mia squadra domenica scorsa.

– Chi c’è in squadra?

Molti dei firmatari dell’appello per la mia candidatura, gente che lavora e che si è offerta volontaria per aiutarmi nella campagna.

– Parliamone: slogan?

Facciamo nascere una nuova Regione Lombardia”: evoca sia che io nella vita ho fatto nascere sia che quando c’è una profonda crisi morale e di corruzione, come è avvenuto qui e in altre regioni d’Italia, metterci la faccia vuole dire far nascere, dare una speranza. Credo alla felicità, al diritto alla serenità per i cittadini lombardi. Bisogna combattere le caste affaristiche perché la meritocrazia sia affermata, i giovani non devono pensare che non ci sarà futuro per loro. La Lombardia è ancora un traino per l’economia italiana, anche se la crescita è talmente bassa...

– E qui scatta la domanda sul governo Monti.

Penso che bisogna proseguire il percorso di rigore avviato da Monti, ridurre gli stipendi e i privilegi dei politici e delle giunte regionali, come ha fatto il governo, per liberare risorse e per una maggiore equità sociale. Dopodiché, questo è un governo di tecnici che si è messo al servizio dei cittadini, ma è stato un governo di emergenza democratica, credo che i cittadini si debbano esprimere attraverso libere elezioni. Poi, il federalismo è parte dei miei obiettivi perché le regioni devono puntare sui comuni cui vanno trasferite competenze e risorse.

– Quali idee ha per la Lombardia?

Innanzitutto mi faccia dire una cosa.

– Prego.

L’antipolitica non nasce dal nulla: non possiamo lasciare la magistratura sola a ristabilire il rispetto regole, tutti gli atti delle regioni e dei comuni devono essere sottoposti a controlli interni preventivi e gare trasparenti. Per esempio, per l’Expo 2015 è fondamentale la trasparenza nelle gare d’appalto e controlli preventivi per evitare il fallimento.

– Finora?

Stanno lavorando bene, ma c’è un enorme ritardo. Manca pochissimo, poco meno di 2 anni, e mancano ancora le infrastrutture, non sono state ancora portate a termine le gare d’appalto, esiste un progetto generale ma non nei particolari. Anche su questo penso che la nuova Lombardia che deve nascere abbia qualcosa da dire.

– Parlava prima di recuperare risorse dal taglio dei privilegi dei politici. Ci sono altre voci di spesa pubblica sulle quali si può incidere?

Per esempio, va elaborata una programmazione efficiente del sistema sanitario lombardo.

– Ambito a lei noto. Come?

Serve una organizzazione più improntata al rigore e all’efficienza per determinare risparmi. Serve una concentrazione delle eccellenze seria. Penso alla trasformazione delle strutture ospedaliere inefficienti in presidi territoriali per anziani, bambini, disoccupati.

– Tipo?

A livello regionale ne esistono molti, ma non voglio fare nomi. Sarebbe sbagliato. Ho studiato quali sono le strutture più inefficienti, ma si decide con i cittadini. C’è bisogno di concertazione per fare in modo che sentano che è una scelta comune rendere più efficiente il sistema con meno sprechi.

– Sull’aborto tutti le chiederanno.

Sono sempre stata convinta dell’importanza che le donne possano abortire in sicurezza, ma contemporaneamente mi sono sempre battuta con per politiche di sostegno alla vita. Non ho mai avuto difficoltà ad aiutare donne anche all’ultimo momento incerte sulla loro decisione e le ho portate senza timore al Centro di aiuto alla vita del “Mangiagalli”, se la loro richiesta era: mi aiuti a non abortire. Sono sempre stata laica ma convinta che non bisogna mettere steccati tra chi è a favore della vita e chi è contro. Non sono favorevole all’aborto ma credo che la società avrebbe dovuto impegnarsi con politiche serie di sostegno alla vita molti anni fa. Se un contributo economico serio salva dall’aborto, perché non darlo? Evitare l’aborto significa impegnarsi perché anche le donne single che non hanno una casa possano accedere alle graduatorie delle case ad affitti calmierati.

 

Angela Mauro

(da L'Huffington Post, 6 novembre 2012)

 


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