Si avvicina l’inverno e con esso ritornano i vari cappotti con inserti di pelo animale per non parlare delle pellicce vere.
Per informare e contrastare questa “moda” che uccide partono le affissioni della campagna “La vanità uccide” in tutta Italia e quindi anche nella nostra provincia.
Gli animali “da pelliccia” vengono allevati in gabbie strette e anguste adatte a far risparmiare spazio all'allevatore, ma soprattutto a impedire il movimento dell'animale che potrebbe rovinare la sua pelliccia.
Secondo le nuove leggi, il benessere dell'animale dovrebbe valutarsi in base alle 5 libertà cui gli animali hanno diritto e al rispetto delle esigenze dettate dalle caratteristiche della singola specie:
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Libertà dalla sete, dalla fame e dalla cattiva nutrizione;
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Libertà di avere un ambiente fisico adeguato;
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Libertà dai danni fisici;
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Libertà di manifestare le caratteristiche comportamentali specie-specifiche normali;
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Libertà dalla paura.
Negli allevamenti attuali non si può certo dire che vengano rispettati i loro diritti! Chiusi in piccole gabbie, costretti a muoversi su superfici innaturali che spesso portano al ferimento delle zampe (reti metalliche), isolati dai loro simili, alimentati in maniera innaturale. La loro vita è molto breve (il tempo necessario perché la loro pelliccia sia utilizzabile) e non essendo animali destinati all'alimentazione umana le loro carni non vengono sottoposte a controlli. Il che permette agli allevatori di utilizzare composti chimici e farmacologici in grado di tenere in vita gli animali anche se in condizioni così assurde.
Ognuno può fare la differenza evitando tutti i capi con inserti in pelliccia.
Per maggiori informazioni visitate il sito www.nopellicce.org.
Per informazioni e adesioni:
michele.mottini@cheapnet.it
LEAL Sezione di Sondrio
(per 'l Gazetin, novembre 2012)