Il problema droga –sanitario, ordine pubblico, giustizia, libertà civili– nel nostro Paese esiste. Ne sono testimonianza le molte notizie che si trovano scorrendo le cronache locali e nazionali dei media, di cui il nostro Notiziario Droghe ne é -parziale- testimonianza.
E non si tratta di un aspetto secondario della nostra comunità civica ed economica.
Sanitario – il tossicodipendente è spesso anche uno che delinque per trovare le sostanze da consumare, e per questo spesso finisce in galera. E agli enormi sforzi che la Sanità fa per lenire la sua condizione, non sono confortati da una legislazione dove, per esempio, mancando totalmente una politica di riduzione del danno, le narcosale non ci sono e tutto è affidato alle sostanze sostitutive erogate dai Sert. E poi c'è il problema della cannabis terapeutica, che ufficialmente non è vietata (alcune Regioni sono sulla via della legalizzazione, ma mancano ancora molti aspetti pratici) e che, per chi ne fa uso per lenire le proprie sofferenze deve ricorrere alla coltivazione clandestina o al mercato illegale.
Ordine pubblico – che è l'approccio più diffuso per combattere il fenomeno droga. Approccio che se dà dei risultati per la delinquenza organizzata (comunque insufficienti, visto che la droga continua a circolare ovunque, per cui i sequestri rappresentano una piccolissima parte del business in circolazione), per il piccolo spaccio e il consumo rappresenta solo un enorme aggravio per gli addetti. Fino alle vere e proprie sceneggiate a cui polizia e carabinieri ci stanno abituando quando danno prova di forza davanti alle scuole medie superiori, con tanto di cani, per ritrovarsi poi a mani vuote o col sequestro di qualche grammo di droghe leggere.
Giustizia – le aule di tribunale e le carceri sono piene anche di persone coinvolte nel mercato illegale delle droghe, con percentuali (per le carceri) che sono quasi vicine al 50% dell'intero numero dei detenuti.
Libertà civili – l'uso ludico di diverse sostanze leggere non va sottovalutato perché, nonostante decenni di politiche di divieti, il fenomeno (checché ne dica il Dipartimento Politiche Antidroga, quello di Giovanni Serpelloni) è in crescita e la collateralità di questo mercato con quello delle sostanze pesanti è un pericolo per i consumatori, e che –esperienze come quella olandese– può essere limitato solo con la legalizzazione di consumo e piccolo possesso. Stiamo parlando di centinaia di migliaia di giovani che con lo spinello hanno una familiarità spesso non solo nei fine-settimana.
In questo contesto che abbiamo fotografato velocemente, cosa offrono i candidati alle primarie del centro-sinistra?*
Abbiamo letto i programmi che rivolgono ai loro elettori, e questo e' quanto rilevato:
- Pierluigi Bersani [» Qui il suo programma]
NON UN RIGO O UNA PAROLA IN MERITO
- Matteo Renzi [» Qui il suo programma], dove al punto “i” si legge:
«i. Ripensare la legge Fini-Giovanardi sui tossicodipendenti,introducendo forme di depenalizzazione».
- Nichi Vendola [» Qui il suo programma]
c'è un settore “Proposte” diviso in sette parti, IN NESSUNA DELLE QUALI SI PARLA DI DROGA, DELINQUENZA E REATI AD ESSA CONNESSI
- Laura Puppato [» Qui il suo programma], dove –nel settore Giustizia– si legge:
«Giustizia
È necessario depenalizzare i reati minori per ridurre i carichi dei Tribunali e introdurre pene alternative. In particolare, per i reati connessi al mondo della droga, si deve distinguere tra piccoli spacciatori e organizzazioni criminali. Troppi sono i detenuti nelle nostre carceri per reati di tale natura, in attesa di un giudizio che si fa attendere anni. Soprattutto se sono extracomunitari, che troppo spesso entrano in carcere perché sono meno tutelati ed escono delinquenti».
- Bruno Tabacci [» Qui il suo programma]
NON UN RIGO O UNA PAROLA IN MERITO
È probabile che alcuni –o tutti– questi candidati, anche se non scrivono nulla nel loro programma per le primarie, abbiano idee precise in merito e, a domanda specifica, siano in grado di rispondere (magari anche dicendo che non sono contenti dell'attuale legislazione). Ma sta di fatto che la materia “droga” non è stata da alcuni di loro ritenuta importante sì da metterla nei loro intenti.
Ci viene spontanea una domanda. Siamo noi fatti male per cui sopravvalutiamo il fenomeno droga coi suoi risvolti nelle politiche nazionali e che, nonostante i vincoli posti dai trattati internazionali firmati dal nostro Paese, crediamo possa trovare soluzioni tampone nella nostra legislatura?
Vincenzo Donvito, presidente ADUC
* Il centro-destra, grossomodo compatto dietro la legge in vigore, non lo prendiamo per il momento in considerazione, ma non escludiamo di farlo se e quando ce ne sarà data l'opportunità (primarie) e, soprattutto, se ci sarà qualcuno che “oserà” mettere in discussione il talmud proibizionista che sembra genuflettere tutti i suoi rappresentanti. Sappiamo, ci sono alcune lodevoli eccezioni (Marco Taradash, Benedetto Della Vedova, e altri), ma aspettiamo le loro proposte nell'ambito del loro schieramento.