Urgente: Accorato appello dell’Associazione ambientalista Occhi agli Occhiazzi - Comitato per la tutela e la valorizzazione del paesaggio della Serra di Ruffano rivolto alla Regione Puglia
La posta è di quelle urgenti, anzi urgentissime. È questione di poco, infatti, e l’incontaminata quanto fragile oasi di naturalità, il “Parco naturale dei Paduli–Foresta Belvedere” potrebbe non essere più tale deturpata come sarebbe dalla costruzione, pare imminente, del tanto discusso impianto eolico di 10 aerogeneratori alti più di 70 metri. È questo il rischio urlato nell’accorato appello del Presidente dell’associazione ambientalista Occhi agli Occhiazzi - Comitato per la tutela e la valorizzazione del paesaggio della Serra di Ruffano, Antonio Sparascio.
Il grido di protesta è rivolto in primis alla Regione Puglia che avrebbe meno di 60 giorni per fermare la costruzione del mega impianto eolico ma è anche indirizzato a «tutto il territorio del cuore del basso Salento» e, in particolare, «ai comuni e ai cittadini rientranti nell’area del Parco dei Paduli e del complesso delle Serre Salentine (Miggiano, Ruffano, Montesano, Supersano, Specchia, più fortemente compressi nello skyline; Casarano, Lucugnano – Tricase, San Cassiano, Scorrano, Surano, Botrugno, Maglie, Cutrofiano, Collepasso, Nociglia,) affinché presentino quante più osservazioni possibili e facciano sentire la loro voce alla Regione Puglia per la difesa del loro paesaggio quotidiano attraverso delibere di giunta e/o di consiglio e puntuali osservazioni da parte dei loro uffici tecnici». «Tutto ciò» aggiunge «in virtù di quella pianificazione territoriale da essi avviata che si fonda sui concetti di Parco Naturale dei Paduli e di massima delle Serre Salentine e da essi ribadita in innumerevoli conferenze pubbliche e convegni, da ultimo quello tenutosi lo scorso 1 ottobre 2012 a Poggiardo in tema dei SAC (Sistema Ambientale e Culturale) sulle Serre Salentine, tanto quelle Occidentali quanto quelle Orientali».
Possibile, si chiede Sparascio, che la scellerata volontà di costruire un impianto ecomostruoso debba proprio riguardare la piana olivetata e acquitrinosa, cuore di massimo pregio ambientale e paesaggistico del Parco Naturale dei Paduli qualificata dalla presenza di habitat, flora e fauna tanto rari da essere stata riconosciuta a livello provinciale nel PTCP (Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale) e da rientrare in un progetto di tutela prioritario all’interno del nuovo PPTR (Piano Paesaggistico Territoriale della Regione) della Regione Puglia?
La rabbia più grande per l’associazione ambientalista nasce dal fatto che questo mega progetto industriale sia mascherato da una logica green, per via della produzione di energia pulita, ma la realtà, dicono, è che questa opera di verde avrà solo il colore dei soldi che frutterà. «Le vere energie pulite» affermano infatti «devono essere prodotte con impianti ad impatto nullo sul paesaggio, quali i fotovoltaici ubicati sui tetti degli edifici più recenti per autoproduzione e autoconsumo dell’energia da parte di famiglie e aziende».
Per Sparascio la preziosità dei luoghi che si vorrebbero, e dovrebbero, tutelare riguarda la presenza di forme di naturalità puntuale e diffusa come gli habitat tutelati dalla Direttiva Habitat 92/43/CEE nei quali vivono rari anfibi espressamente protetti negli allegati di questa direttiva quali, la Raganella, il Tritone italico e il Rospo smeraldino, nonché rettili altrettanto ivi protetti come il Cervone, ecc. Da segnalare inoltre la presenza del raro Frassino ossifillo (Fraxinus angustifolia) insieme alle innumerevoli specie di querce caducifoglia presenti nella Foresta Belvedere nella quale, tra l’altro, si segnala il recente ritrovamento dell’ultimo nucleo salentino della specie di salice chiamata Salicone (Salix caprea). La presenza di acquitrini temporanei fa sì che quest’area ospiti come ultimo rifugio specie di flora rarissime come la felce acquatica Marsilea strigosa L., scoperta dai ricercatori dell’Orto Botanico dell’Università del Salento, in virtù della quale l’intera area dovrebbe essere sottoposta ad un ulteriore regime di tutela attraverso l’istituzione di uno specifico SIC (Sito di Interesse Comunitario). Tra le specie di uccelli tutelati dalla Direttiva Uccelli 79/409/CEE e presenti nell’intera superficie del Parco dei Paduli si possono citare la Cicogna bianca, la Cicogna nera e l’Aquila minore, ecc.
La realizzazione di questo progetto tuttavia non comprometterebbe il già delicato equilibrio della flora e fauna presenti in loco ma anche e soprattutto la qualità della vita dei cittadini che abitano a ridosso dell’area dei Paduli, o che frequentano puntualmente quei luoghi. Secondo l’associazione Occhi agli Occhiazzi questi aerogeneratori produrrebbero diversi tipi di inquinamento: acustico, elettromagnetico, visivo diurno e notturno. «E non si possono tacere», aggiungono, «i gravi rischi per la vita umana correlati al lancio di frammenti di pala a seguito di rotture accidentali, purtroppo sempre più documentate nella letteratura tecnica correlata».
Si chiede dunque un capovolgimento di rotta, un’inversione di tendenza, che porti a far divenire il Parco dei Paduli-Foresta Belvedere baluardo di un «turismo culturale e destagionalizzato» e di «sviluppare pratiche silvo-agro-pastorali di qualità e di eccellenza» in un territorio che dovrebbe piuttosto «essere rimboschito con essenze autoctone e coltivato con le salubri filosofie del biologico».
La posta in gioco è alta speriamo solo che la Regione apra la busta.
Donatella Valente