La rivoluzione in Sicilia si chiama Rosario Crocetta, il nuovo governatore sostenuto dal PD e dall’Unione di Centro appena eletto con il 31% delle preferenze. Si chiama “rivoluzione” perché ha strappato l’isola dalle mani del centro-destra che la possedeva ormai da più di vent’anni. Quella stessa isola che in passato regalò tutte le preferenze e la maggioranza assoluta dei seggi al PDL di Silvio Berlusconi con un clamoroso 61 a 0, oggi vira decisamente a sinistra e sceglie come capo l’ex sindaco di Gela, l’uomo coraggioso che, scampando a diversi attentati di mafia, ha preso in mano una città disastrata e falcidiata da lotte di mafia e l’ha trasformata in un luogo quantomeno vivibile! Il segnale è chiaro. Si cerca una guida dura, determinata, diversa che ripeta in grande -per tutti- quanto ha fatto in piccolo a casa sua.
Dietro Crocetta si piazza Nello Musumeci (25%), il candidato del centro destra che, sebbene regga il confronto in alcune province storicamente schierate come Catania, perde clamorosamente a livello generale in tutta l’isola … e non se lo aspettava nessuno! Ma la vera rivoluzione è Giancarlo Cancelleri, il “geometra ragazzino” candidato da Grillo col Movimento 5 Stelle che si classifica al terzo posto (17%) e conquista seggi preziosi per il piccolo movimento dell’agitatore genovese. Un voto deciso, questo 17%, che la Sicilia ha voluto gridare come protesta estrema, come zampata graffiante sulla faccia della politica tradizionale che ormai ha stancato anche la terra del famoso binomio “un voto in cambio di un favore”.
La Sicilia è cresciuta perché ha punito Micciché, il rappresentante di Grande Sud sostenuto tra gli altri anche dall’MPA, il partito del presidente uscente Lombardo, quello stesso presidente accusato di aver fatto i propri interessi sulla pelle della gente. Il 15% non è un brutto piazzamento, ma è un umiliante quarto posto in una competizione che si era puntato di vincere alla grande.
La Sicilia si è svegliata, o almeno ha aperto un occhio, stasera. L’altro occhio (quello rappresentato dal forte astensionismo … il 50% degli aventi diritto) è rimasto chiuso e ancora deluso da una politica di cui nessuno più si fida. Ma il risveglio di quest’isola non è basato sulla fiducia. I siciliani non si fidano di Crocetta, pure se l’hanno eletto. Lo hanno messo alla prova, lo stanno a guardare e lo giudicheranno con una severità impressionante. Lui assicura che le cose cambieranno radicalmente, adesso. E la gente vuole soltanto sapere se questa volta, finalmente, è vero. Non si accetteranno delusioni!
Grazia Musumeci