La gravità dell’emergenza rifiuti a Roma non trova eguali in nessun’altra grande capitale europea. È un dato di fatto. Roma caput ‘monnezza’ è il titolo che oggi ci presenta al mondo. Non ci sono più scappatoie. Malagrotta ha finito i suoi giorni e si aspettano ora le pesantissime conseguenze di una gestione criminale durata svariati decenni. Con la compiacenza di tutta la Regione Lazio e non solo. Contro il ‘sistema Cerroni’, fortilizio apparentemente inespugnabile, un pugno di ragazzi che da cinque anni lottano a suon di ricorsi contro il colosso/molosso attirandosi inizialmente poche simpatie e tante recriminazioni. Ma hanno tenuto duro, forti delle loro convinzioni che si sono poi dimostrate ragioni appurate, e hanno raccolto attorno a loro tanta parte di popolazione interessata al problema e non più passiva di fronte a violazioni evidenti. E adesso il Parlamento europeo punta i fari sulla gestione rifiuti a Roma e nel Lazio, sollecitata da petizioni della popolazione locale riunita in Comitati che tutti insieme formano il Coordinamento No Inc.
A spingere tutto il movimento di protesta e le tantissime iniziative portate avanti negli anni, un servizio serrato d’informazione anche attraverso siti nati appositamente per seguire la questione e ragguagliare la cittadinanza. Fra questi il sito Differenzia-ti, di grandissimo supporto al No Inc e a tutte quelle realtà più drammaticamente colpite da ogni forma di inquinamento. ‘Informati e non delegare’ il principio ispiratore del sito, messo in atto alla grande con il ‘Progetto Riciclo’ organizzato in collaborazione con il comune di Genzano e che prevede un ciclo di incontri con i più qualificati esponenti della lotta contro discariche e inceneritori e dell’inquinamento in generale. È stato così possibile nella prima assemblea pubblica di sabato 27 ottobre ascoltare dalla viva voce di Ezio Orzes, assessore all’Ambiente di Ponte nelle Alpi (provincia di Belluno), l’esperienza incredibile ma vera e documentata di come si possa in ben altro modo condurre la gestione dei rifiuti. L’incontro, partecipatissimo, è avvenuto nell’aula consiliare del Comune di Genzano di Roma alla presenza del sindaco Flavio Gabbarini e fra relazioni e dibattito si è protratto per circa tre ore, ma ci sarebbe voluta una tre giorni. Ne riportiamo qui una piccola cronaca.
Saluto del sindaco che illustra le motivazioni dell’assemblea. In sintesi: avere sotto mano l’esperienza di comuni virtuosi e sensibilizzare la cittadinanza, in vista della partenza per la raccolta differenziata. “Qui ai Castelli Romani non abbiamo tanti esempi salvo Ariccia. Occorre cambiare politica per cambiare sviluppo, altrimenti avremo l’ampliamento della discarica e l’inceneritore di Albano. Il porta a porta ha subito ritardi anche di ordine legislativo, c’è voluto un anno per ottenere 15 pareri (12 esterni) e ora siamo in fase di gara, speriamo a fine anno di individuare la ditta”.
Introduce le finalità del convegno e l’ospite di questo primo incontro, Luca Tittoni fra gli ideatori dell’iniziativa: “Il progetto nasce dall’idea di portare nel territorio dei Castelli Romani alcune tra le eccellenze italiane in fatto di raccolta differenziata porta a porta, riciclo e riduzione del monte rifiuti, per una visione d’insieme che abbracci anche gli aspetti sanitari che questo comprensorio vive e rischia di subire a causa dello smaltimento dei rifiuti”.
E parte il racconto di Orzes, supportato da proiezioni eloquenti. E così si viene a saper che tutto parte per una divergenza d’idee in seno all’amministrazione, e gli oppositori si buttano a capofitto in una avventura che vedrà in pochi anni il comune di Ponte salire in testa alla classifica dei comuni più ricicloni d’Italia e restare fino ad oggi imbattuto. E come hanno fatto? Questione di responsabilità, spiega Orzes: “Responsabilità è pensare lontano. Riuscire a immaginare la propria città e il proprio territorio fra dieci/venti anni è il respiro lungo che deve avere ogni amministrazione. Una capacità che cittadini e istituzioni sembrano aver perduto”. E già questo basterebbe a buttare nello sconforto il pubblico castellano e non solo, ma ora viene il peggio. Orzes, pacatamente e implacabilmente illustra la fame di rifiuti dell’inceneritore, che avrà bisogno di un flusso continuo di raccolta indifferenziata. Moderno mostro che non si nutre di vergini ma di scarti, che poi risputerà avvelenando uomini e Ambiente. E perché può accadere questo? “Se non si torna a poter immaginare la propria vita con la prospettiva della continuità vince la politica del ‘prendi i soldi e scappa’”.
Esattamente quello che si sta verificando in tutto il Paese, una sorta di peste che pare abbia colpito in blocco i rappresentanti delle nostre istituzioni, assolutamente irresponsabili. ‘Volontà di cambiare’ alla base di un salvataggio in extremis. ‘Offrire servizi di qualità ai cittadini senza lucrare’ la formula magica. Ma davvero si può? E dati alla mano Orzes dimostra come dal 2006 al 2011 la differenziata a Ponte sia passata dal 22.4% al 92% con abbattimento del costo di smaltimento e incremento dell’occupazione. Perché quello che a Ponte si risparmia viene investito in posti di lavoro, e questo significa denaro. E l’esperienza prosegue con sempre nuovi e più arditi obiettivi, perché questo tipo di cultura è diventato patrimonio del luogo e si sta allargando in tutta la regione Veneto e oltre.
Viene da pensare che nell’attuale forma di conduzione istituzionale parassitaria si stia insinuando una sorta di antagonista naturale, bello armato di conoscenza e volontà, che possa contrastare efficacemente l’opera di distruzione in atto. ‘Nuova vita’ in vista, con il mercato che si sta attrezzando per produrre solo materie riciclabili, pensate per il recupero totale. E allora addio al ‘sistema Cerroni’ e confraternita, si ricomincia da zero per arrivare ad una ‘economia responsabile’. Partono le domande e di bello c’è che tutte trovano risposta, salvo ripiombare nella situazione locale, fatta per ora solo di parole, per quanto belle. “A noi cosa manca per imitare il modello dei comuni virtuosi?” chiede un cittadino e Gabbarini risponde: “Il problema dei Castelli Romani è politico come in gran parte dell’Italia; instabilità amministrativa, la classe dirigente è quella che abbiamo, noi facciamo mea culpa ma non abbiamo visto attenzione dalla Regione Lazio”. E avanti nel dibattito, a proposito della partenza della raccolta differenziata, Gabbarini conferma: “Se non ci saranno ricorsi (alla gara di appalto, ndr) entro il 31 dicembre si firma il contratto con la ditta e poi si dovrebbe partire in tarda primavera, per realizzare nell’arco del 2013 i primi step nelle zone di campagna”. Condizionale d’obbligo, e speranza pure.
Prossimi incontri a dicembre con la dr.ssa Patrizia Gentilini (ISDE Italia) e a gennaio 2013 con Alessio Ciacci, assessore all’Ambiente del Comune di Capannori.
Maria Lanciotti