Mario De Pizzo, Francesco Trapanotto. Marocco low cost Un'inchiesta per FaiNotizia.it
21 Ottobre 2012
L’Unione Europea ha siglato a febbraio un accordo con il Marocco per liberalizzare il commercio dei prodotti ortofrutticoli. Così, i frutti della terra magrebina varcheranno i nostri confini senza dazi doganali o con tasse d’accesso contenute. Un accordo importante dal punto di vista sia politico che economico. Da una parte dovrebbe garantire ai Paesi della primavera araba uno sviluppo attraverso la cooperazione e dall'altra creare una zona di mercato sull'altra sponda del Mediterraneo. Sul lungo periodo.
Ma l'Italia, paese di piccoli produttori, è pronta? E il Marocco?
In realtà già da tempo i nostri mercati sono pieni di prodotti magrebini. Anche se la loro provenienza è spesso camuffata, senza regole certe e comuni. Così un pomodoro marocchino diventa facilmente europeo, con un solo passaggio di filiera. Diversi sono i costi e i modi di produzione. In Marocco si possono usare pesticidi da noi banditi e mancano i regolamenti attuativi della legge sulle etichettature.
Se i grandi produttori, pur a fatica, forse riusciranno a salvarsi, il mercato sta letteralmente cancellando i piccoli produttori. Anche quelli che si ingegnano con prodotti di grande qualità. Negli ultimi dieci anni un terzo delle nostre imprese agricole ha chiuso i battenti. Il nostro export è già in calo del 15% nei primi 4 mesi del 2012.
Di Pizzo e Trapanotto hanno visitato per FaiNotizia.it l'agropontino nel Lazio e il metapontino in Basilicata, intervistando i produttori di queste aree votate da sempre all'agricoltura e ne hanno parlato, tra gli altri con il responsabile economico Coldiretti Gerardo Diana, il presidenteConfagricoltura Sicilia Gianni Pittella, il vice-presidente del Parlamento europeo Lucio Battistotti e il rappresentante Commissione europea in Italia Saverio Viola.