Mie care amiche, e amici...,
sono molto stanca, ed anche emozionata, per la giornata di ieri a Roma.
Questo rinvio a giudizio ha per me un valore esclusivamente simbolico. I maggiori responsabili della strage della divisione Acqui e della fucilazione degli ufficiali il 24 settembre 1943 a Cefalonia, l'hanno “fatta franca”, sia per la ragion di stato, l'armadio della vergogna, l'acquiescenza della magistratura militare assoggettata al potere politico sino al 1980, e per gli accordi segreti Italia-Germania, 1949-1955 di cui parla con grande competenza Filippo Focardi nel suo libro Criminali di guerra in libertà.
Processare Alfred Störk avrà per me un significato esclusivamente simbolico teso a dimostrare, soprattutto ai giovani, che i crimini di guerra, contro l'umanità e contro tutte le regole accettate da tutti i paesi c.d. Civili, debbono essere processati e condannati anche se, in questo caso si porta a processo una sorta di “soldato ignoto”, l'ultima ruota del carro.
Se Alfred Störk accettasse di fare una rogatoria internazionale e ammettesse formalmente le sue responsabilità io sarei disposta a stringergli la mano e al perdono, per un avvenire comune di pace.
Marcella De Negri
(da R-esistiamo newsgroup, 20 ottobre 2012)