A partire dal 14 gennaio 2013 il governo cubano eliminerà il permesso di uscita per viaggiare all'estero. Sarà sufficiente possedere il passaporto e il visto del paese di ingresso. Non serviranno più carta d'invito, tarjeta blanca (autorizzazione governativa discrezionale) e sarà eliminato il limite degli 11 mesi di permanenza nel paese straniero.
A prima vista sembra una grande novità, un passo avanti verso la libertà di spostamento, ma non è tutto oro quel che luccica. L'effetto mediatico è notevole, il mondo parla della riforma di Raúl in senso liberale, ma a molti è sfuggito un passo importante della riforma: «L'attuazione delle nuove regole migratorie dovrà tenere conto del diritto dello Stato rivoluzionario di difendersi dai piani sovversivi del governo nordamericano e di limitare le ingerenze degli Stati Uniti e dei suoi alleati. Per tale motivo saranno mantenute misure volte a preservare il capitale umano creato dalla Rivoluzione, per scongiurare il furto di talenti messo in atto dalle potenti nazioni capitaliste».
Come dire che la libertà di uscire da Cuba sarà sempre condizionata a un permesso discrezionale. Per Yoani Sánchez, tutti gli altri dissidenti e molti liberi pensatori sarà molto difficile che le cose cambino.
Gordiano Lupi