Costruito, come i testi classici, su una struttura circolare, il dramma Push up [Spintarelle] di Roland Schimmelpfennig, si apre con il breve monologo di un guardiano e si chiude con quello di una guardina in servizio presso una non meglio identifica multinazionale. All’interno di questa cornice si svolgono tre episodi che inscenano ciascuno un dialogo che sfocia in un’aggressione reciproca dei due interlocutori. I personaggi sono tutti a diverso titolo dipendenti dalla superiore volontà del magnate Kramer, il cui ufficio si trova all’ultimo piano, il sedicesimo, della sede della multinazionale. Comune a tutti i personaggi è un’ansia di riconoscimento e di carriera che finisce per diventare maniacale, per identificarsi con la vita stessa.
Nel primo incontro-scontro si fronteggiano due donne: la moglie di Kramer, bruttina e stagionata, gelosa in maniera parossistica della giovane manager ventottenne Sabine, a cui il capo sta per affidare la direzione di una nuova filiale dell’azienda a Nuova Delhi. Convinta che la giovane rampante abbia una tresca con il marito, la signora, perdendo ogni forma di autocontrollo, finisce per licenziare la presunta rivale dopo averla insultata e averle gettato addosso sull’impeccabile completo blu una tazza di caffè. La moglie perde progressivamente le staffe anche perché Sabine mente e, benché in verità non faccia sesso da due anni, dichiara di avere una storia con Kramer, per il quale invece, con suo disappunto, è soltanto una collaboratrice sveglia ed efficiente, utile ai suoi affari.
Fra Robert, il braccio destro di Kramer, e Patrizia, altra giovane carrierista addetta alla pubblicità, c’è invece stato davvero, in occasione di un party aziendale, un intenso e unico rapporto erotico. Poiché però, per orgoglio, nessuno dei due partner ha voluto confessare all’altro di essere rimasto profondamente affascinato da quell’incontro da cui sarebbe potuta scaturire una relazione d’amore, il loro reciproco interesse personale si è trasformato lentamente in un’inimicizia vendicativa, che esplode nel momento in cui la ragazza sottopone all’arrogante colletto bianco il suo nuovo spot pubblicitario, che questi, naturalmente, boccia per partito preso. Alla fine la donna ha la meglio, ma paga quel nuovo passo verso i piani alti con la volontaria distruzione di un sentimento che avrebbe forse potuto renderla felice.
A questo “tiro alla fune” fra i due sessi, segue, nel terzo episodio, il confronto fra due quadri intermedi di Kramer di sesso maschile. Si tratta di due personalità agli antipodi: l’uno è un cinquantenne asciutto, fanatico del cibo sano e dello sport, angosciato dall’idea di un suo possibile prepensionamento; l’altro un ragazzotto che ingolla in continuazione bibite zuccherate e snack e ingrassa in maniera vistosa. Entrambi però - pur evidentemente insoddisfatti e bisognosi di compensazioni - aspirano alla direzione della nuova filiale di Nuova Delhi. In questo caso ad avere la meglio, ossia a dare la “spinta”, il colpo di grazia al rivale, è il giovane che però, sacrificando la propria vita privata a una spasmodica analisi di produzione, riesce a soddisfare i propri desideri sessuali solo osservando al computer le foto porno di una fantomatica e virtuale Nataša.
Il testo, giocato sulla ripetitività verbale e incentrato su un tema piuttosto abusato, è inconsistente, ma la messa in scena al Teatro Filodrammatici di Milano, grazie ai bravi attori e a una regia essenziale che sa sottolineare la miseria umana e la solitudine di questi “arrivati”, riesce a trarne uno spettacolo gradevole. Si tratta della prima nazionale di un dramma pubblicato nel 2001. L’autore, Roland Schimmelpfennig, nato a Göttingen nel 1967, è, fra i drammaturghi contemporanei, uno dei più rappresentati sulla scena internazionale. Insignito di diversi premi, è osannato da molti, è considerato invece da altri noioso ed eccessivamente prolifico. Push up, abbastanza stucchevole alla lettura, diventa invece vivo sul palcoscenico.
PUSH UP 1-3
di Roland Schimmelpfennig
traduzione Umberto Gandini
Fino al 28 ottobre 2012
al Teatro Filodrammatici di Milano
www.teatrofilodrammatici.eu