«Siamo già stati liberati! Grazie a tutti coloro che hanno alzato la voce e i loro tweets perché riuscissimo a tornare a casa! Trenta ore di arresto e molte storie da raccontare. Durante la mia detenzione ho rifiutato di ingerire cibo e di assumere ogni tipo di liquido. Ho bevuto il primo bicchier d’acqua quando sono arrivata a casa. Avevo l’esofago in fiamme. Purtroppo è ancora detenuto Henry Constantin a Rio Cauto. È stato arrestato all’ingresso del tribunale di Bayamo. Avevo solo intenzioni giornalistiche. Assistere al giudizio contro Ángel Carromero e riferire in merito, tramite il mio account su Twitter. Il Granma resta un giornale menzognero: diceva che il processo ad Angel Carromero era pubblico, invece non lo era.
Molti amici mi aspettavano a casa. Mi sono molto emozionata. Adesso devo cercare di sapere che cosa è accaduto nel processo ad Angel Carromero. Anche se ora posso inviare SMS e tweets, il mio cellulare continua a non poter ricevere chiamate. Non importa! Almeno posso twittear. Mentre ci riportavano all’Avana, tra buche per le strade che ci facevano sobbalzare mi è venuto da pensare che dovrebbero spendere meno denaro in repressione e molto di più in riparazioni. La cosa più triste e significativa è il dramma che vive la famiglia di Oswaldo Payá. I nostri arresti non sono niente comparati a quella perdita».
Yoani Sánchez, su Twitter
Traduzione di Gordiano Lupi