Si inaugura oggi, 21 settembre, alle ore 17 in occasione di “Artelibro” 2012 la mostra Nembrot di Enzo Minarelli nella piazza coperta della Biblioteca Salaborsa di Bologna.
La mostra promossa da 3ViTre Archivio di Polipoesia in collaborazione con I Parchi Letterari Franco Antonicelli Villa Cernigliaro dimora storica, l’Associazione MultiMedia91 e La Barbagianna: una casa per l’arte contemporanea, presenta il gigantesco libro&oggetto Nembrot (un metro per settanta centimetri), disposto su un leggio creato per l’occasione, per consentire al lettore-spettatore di sfogliarlo. Un libro da leggere ma soprattutto da vedere, osservando centimetro dopo centimetro i collage visivi fatti di disegni, francobolli, lettere, fotografie, fonemi, spartiti, etichette, oggetti di plastica, interventi di scrittura e simboli alchemici. L’autore per quasi trent’anni 1983-2008, non ha fatto altro che “costruire anzi decostruire” come scrive nel catalogo omonimo Renato Barilli, gli ingredienti della comunicazione visiva, rendendo un vero omaggio alla figura mitica di Nembrot che secondo Dante è il maggior responsabile della costruzione della Torre di Babele, da cui derivò la confusione dei linguaggi.
Accanto a Nembrot verranno esposti alcuni suoi libri&oggetto anch’essi prodotti nell’arco della sua lunga carriera di poeta visuale.
Per l’occasione Morgana Edizioni ha pubblicato Enzo Minarelli/Nembrot e Carneade o Primo Carnera? nella Collana di videocataloghi d’arte “Risguardi”, 2012, con testi di Renato Barilli e Enzo Minarelli, a cura di Alessandra Borsetti Venier, e realizzato in collaborazione con l’Archivio della Voce dei Poeti. Nella prima parte del DVD viene presentata la performance di Enzo Minarelli che illustra il libro&oggetto Nembrot, esposto presso la Barbagianna: una casa per l’arte contemporanea, a Pontassieve (FI), mentre Carneade o Primo Carnera? La carne del poeta, di/con Enzo Minarelli è un documento audio che ha tutti i crismi dell’eccezionalità, in quanto presenta la performance di circa 40 minuti che l’autore ha svolto nello stesso luogo, il 25 giungo del 2011, davanti a un folto pubblico, in un contesto umorale e naturale forse irripetibile.
Scrive nella presentazione al videocatalogo Renato Barilli:
«Nembrot è il gigante che ha presieduto all’edificazione della Torre di Babele, intesa come luogo malefico di confusione delle lingue, e come tale esecrata da Dante, che ne relega il colpevole nel profondo dell’Inferno. Ma al giorno d’oggi questa funzione di sbriciolamento della portata comunicativa della lingua non viene più accompagnata da un connotato di dannazione, anzi, se ne ha un totale capovolgimento di segno. […] Effetti come quelli di una babelizzazione dei mezzi espressivi sono saliti alti nella stima, o quanto meno così è che Enzo Minarelli li addita, facendo suo il nome stesso di Nembrot e intitolandogli un libro-oggetto che si presenta come condensatore di una quarantina di precedenti libri-oggetto elaborati dalla sua infaticabile officina. Ovvero, si potrebbe dire, egli ambisce di costruire, anzi, pardon, di de-costruire un immenso parco di rovine. Per questa ragione non c’è termine più efficace di quello di poli-poesia con cui egli denomina la sua pratica incessante, ma a patto di mettere tra parentesi il prefisso di sapore dotto, il “poli” multiuso; molto meglio andare un po’ più in là nella lettura e afferrare il “polipo” che si affaccia, insinuante, attraente. […] Il polipo si agita, lancia in ogni direzione i suoi tentacoli, investiti anche di un doppio compito, per un verso contribuiscono alla distruzione di ogni ordine faticosamente costruito, in quanto si insinuano nelle pieghe, negli interstizi, sgretolando, sconnettendo, separando. Ma per altro verso, data proprio la loro natura prensile, afferrano pure i brani, i frammenti che hanno contribuito a produrre, e li vanno accumulando nell’anfratto in cui hanno eletto il loro domicilio. Nembrot che distrugge e accumula nello stesso tempo, è dunque una edificazione condotta compiaciutamente con la mano sinistra, in contropelo, per la quale vale il noto verso eliotiano posto a conclusione della Waste Land: Questi frammenti ho raccolto contro le mie rovine».
Invece Carneade o Primo Carnera? È una storia di normale follia, quella di Enzo Minarelli di dedicarsi a Lei (la poesia) tra umori padani e sapori mondani internazionali, nella convinzione che Lei sia la cosa più innocente di questo mondo (Hölderlin). Tuttavia aveva ragione Alfredino Giuliani quando diceva che moltissimi fanno poesia, pochissimi la scrivono, anche perché la vera poesia è “escrevivir” (scrivivere). Alla luce di queste considerazioni Enzo Minarelli intreccia il suo percorso poetico partendo dalle origini, mescolandolo le sue più riuscite performance sonore dentro una cornice teatrale, con un copione dove il suo vissuto si rapporta a quello critico ed esistenziale.
Orari da martedì a venerdì dalle 10 alle 20, il sabato dalle 10 alle 19
Enzo Minarelli, nato nel 1951 (laureato con tesi di psicolinguistica all’Università di Venezia), si occupa di poesia e delle sue praticabili aperture verso il suono, la scrittura, il video e lo spettacolo, sin dagli anni Settanta.
Ha pubblicato diversi titoli di poesia lineare, tra cui O’ grande ventre dell’onda (Lecce, 2007), seiperunosei (Lecce, 2000), Poesie Doccaso (Reggio Emilia, 1993), Meccanografie (Udine, 1991), Poemi Cognomi (Roma, 1988), El Poemméxico (Città del Messico, 1988), Commediarcom (Napoli, 1983), Multipoesie Melogrammatiche (Mulino di Bazzano, 1981), Obscuritas Obscenitas (Mulino di Bazzano, 1979).
Nel 2005 è uscito il suo romanzo, Polipoesia Mon Amour con un Cd allegato Nelsensodinonsentire, (Udine). Di recente pubblicazione presso l’editore Campanotto, L’Absolu ou rien, frammenti al margine del silenzio (2010) e il racconto Amo (2012).
Numerose sono le pubblicazioni sonore in dischi, audio-cassette a livello internazionale e le collaborazioni radio-televisive. Nel 1983 ha fondato 3ViTre Pair, dischi di polipoesia. “Il Manifesto della Polipoesia” pubblicato nel 1987 è il tentativo di teorizzare lo spettacolo della poesia sonora. Per la Rivista Baobab ha curato vari audio-fascicoli; esce nel 1995, Vocalità & Poesia (Elytra Edizioni, Reggio Emilia), libro di riferimento per il settore, WHENWORDIES (polipoemi 1983-‘97); conclude la serie di “Baobab”, con l’audio-cassetta n. 30.
Ha prodotto per la rivista americana Visible Language (Chicago, 2001), il numero monografico “VoicImage” sui rapporti tra la voce e la performance e la Polipoesia. Polipoetry Maastricht è un catalogo-libro con 6 CD, (Amburgo, 2003) documentazione sia critica che visiva del festival omonimo tenuto nel 2001. Per la rivista brasiliana, Sibila (San Paolo, 2005), ha pubblicato il saggio “La voce come strumento di creazione: dai futuristi alla poesia sonora”, con un CD allegato dal titolo “La voce è principessa”. La Voce Regina poesia sonora in pubblico esce nel 2006 mentre nel 2008 pubblica lo studio critico La Voce della Poesia, vocoralità del Novecento, con CD allegato, tradotto in portoghese col titolo “Polipoesia” Eduel, Londrina, Brasile. Nel 2010 ha curato per le Edizioni Alma Mater Studiorum, Università di Bologna, il volume Le Voci dei Poeti, Parole, Performance, Suoni, con CD di poesie lette dal vivo.
Ha donato parte del suo Archivio a Istituzioni universitarie e bibliotecarie bolognesi e al Lincoln Center di New York perché sia consultabile in permanenza attraverso speciali installazioni telematiche.
I suoi interventi polipoetici (che l’Autore denomina con la sigla Polipoesia 1, 2, 3, 4, 5, 6…) sono stati eseguiti in Europa, Canada, U.S.A., Messico, Cuba, Giappone, Colombia, Brasile e Israele. È coordinatore del Festival di “Poesia Sonora, eventi di polipoesia”, che annualmente si tiene a Bologna.
Enzo Minarelli C.P. 152 44042 CENTO info@3vitre.it