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Grazia Musumeci. GAUDEAMUS IGITUR
19 Settembre 2012
 

Leggendo un articolo sulle università straniere ho finalmente capito che cosa manca alle nostre.

Certo, manca un insegnamento di livello che solo in alcuni atenei italiani si può trovare ma non in tutti; mancano le strutture; mancano spesso le opportunità di ricerca e di progresso. Ma quello che manca più di ogni altra cosa è l'orgoglio.

L'appartenenza.

In Inghilterra, la “rivalità” tra i diversi atenei fa sì che questa “appartenenza” si acquisisca nelle gare, sia sportive che di eccellenza nello studio e da una cosa negativa come la voglia di sconfiggere l'altro nasce qualcosa di positivo, cioè il desiderio di far meglio.

In USA, ogni università... anche la più banale, umile università statale... ha magliette, berretti, gadgets con il nome e il logo per far sentire gli studenti “parte di una grande famiglia”. L'unione fa la forza, fa l'orgoglio e crea anche le condizioni per desiderare il meglio per la propria “dimora”, in questo caso l'università.

In Italia, a parte qualche ateneo privato (Luiss, Bocconi, Normale di Pisa) non esiste questo senso di appartenenza. All'università ognuno si fa i fatti suoi, si va avanti o per pigrizia ... per far passare quei 4 anni in attesa di trovare una vocazione... oppure per ottenere il meglio a livello personale. Ognuno per sé.

Non ci sono confraternite, pochi gruppi extra scolastici e pochi segni di “appartenenza”. Questo fa sì che gli studenti non si sentano “parte di una famiglia” ma parcheggiati in un ambiente dispersivo verso il quale non si ha il minimo attaccamento. Eppure si dovrebbe, perché solo amando la propria scuola e ciò che ci offre si riesce a dare il meglio per renderla orgogliosa di noi. E questo significa dare il meglio per la ricerca, per la professione e per il paese.

Sembra una banalità ma se ci pensate non lo è. Io personalmente ho frequentato l'Università di Catania. A livello nazionale non è considerata un gran che (salvo che per la facoltà di Matematica di alto livello e per alcune cliniche universitarie che conducono ottime ricerche scientifiche). Per il resto, se dici “mi sono laureata a Catania”, quelli della Luiss ti ridono in faccia e quelli della Normale si girano dall'altra parte. Eppure l'Università di Catania risale al 1434, PRIMA università in Sicilia e una delle più prestigiose del Regno delle Due Sicilie e di tutto il meridione per molti secoli. E tutt'oggi, con tutti i suoi problemi e le sue carenze, offre molto ai suoi studenti: io ho seguito i migliori corsi di Letteratura Inglese e ho avuto insegnanti di Tedesco severissimi e attenti. Ho avuto come insegnante di Italiano il critico letterario Salvatore Silvano Nigro e ho studiato seduta sulle panche di una libreria del Cinquecento carica di testi antichi e preziosi.

Non è il massimo, ma è comunque qualcosa. E se avessi potuto sentirmi orgogliosa della mia scuola... se avessi potuto andarne fiera allora, a vent'anni, forse sarei cresciuta diversamente. Forse avrei dato (e ricevuto?) ancora di più.

 

Grazia Musumeci


 
 
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