Sabato 15 settembre 2012 ho partecipato alla serata finale della XXIV edizione del Premio Letterario Camaiore, serata caratterizzata da un clima di notevole interesse da parte degli organizzatori, dei giurati, dei poeti e del pubblico verso i diritti umani e la condizione dei Rom in Italia. Un'atmosfera aperta che mi ha positivamente sorpreso - visti i tempi di intolleranza in cui viviamo - e mi ha consentito di apprezzare in misura particolare la Menzione d'Onore con cui la giuria del Premio mi ha insignito. Nella sala della premiazione, all'hotel Dune, ho avuto la conferma di quanto la poesia possa, anche nell'era delle tecnologie digitali e della nuova comunicazione, compiere autentici miracoli. La poesia civile è ancora in grado di incidere sulla cultura del nostro tempo e aprire spiragli luminosi dove sembra che ogni ideale sia sprofondato nelle tenebre. È il miracolo della parola vera, che agisce attraverso piccoli passi, ma costanti, come un farmaco. Ma è solo così – un passo dietro l'altro – che si può verificare il cambiamento.
Quando siamo arrivati a Camaiore Lido, dopo un viaggio reso lungo e travagliato dall'inefficienza delle ferrovie, mia sorella Daniela, che è anche una notevole poetessa, i miei amici – Steed (Gamero, che ha realizzato le foto del servizio, ndr) e Fabio – e io abbiamo ricordato, davanti alla sede della premiazione e sulla spiaggia, Samb Modou e Diop Mor, i venditori senegalesi uccisi dal razzismo nel 2011 a Firenze.
Presso gli stabilimenti balneari di Camaiore e di tante località turistiche in Italia, i profughi e i migranti che vendono le loro merci per sopravvivere spesso non se la passano bene. Vigili, agenti di polizia, a volte anche mezzi a quattro ruote percorrono la rena, di fronte a bagnanti indifferenti, per raggiungerli, identificarli, denunciarli, sequestrare i loro poveri beni... Ne abbiamo parlato con le autorità locali, ricordando loro quanto stabiliscono le Carte per i diritti umani. Piccoli passi... uno dietro l'altro. Ieri non ci ascoltavano, oggi – in questa lieta occasione – l'hanno fatto.
Ed eccoci alla serata, mentre la sala si riempie. Con il marito Francesco Belluomini, creatore e presidente dell'iniziativa, poeta che ha sempre messo in primo piano i diritti umani e civili, Rosanna Lupi è l'anima del Premio Letterario Camaiore. Quanta energia, quanta attenzione all'aspetto umano, quanto amore per la poesia, da più di trent'anni... È in gran parte grazie a loro che nella serata finale della XXIV edizione del Premio si respirava un'atmosfera ricca di poesia e valori letterari, ma anche di ideali di umanità, uguaglianza e civiltà.
Se penso che fino a cinque, sei anni fa quando entravo in una sala come questa, per un evento come questo, venivo inquadrato con una certa diffidenza: “Oddio, ancora i Rom!? Anche nella poesia! Ma perché non se li porta a casa sua, se gli piacciono tanto...”. Sabato sera, al contrario, è successo qualcosa di nuovo, che fa sperare chi si occupa di diritti umani, in vista del futuro. Durante tutta la serata finale del XXIV Premio Letterario Camaiore, ho ricevuto solo baci, strette di mano, applausi e anche fiori. “Grazie per questo libro”. “È un libro che mi ha insegnato a capire il popolo Rom”. “Lo leggerò ai miei studenti”. Ho donato qualche copia del libro con la dedica “Bartai Sastimos”: fortuna e felicità!
Quindi, dopo l'assegnazione dei premi speciali, è giunto il momento del conferimento della Menzione Speciale da parte del Fondatore e Presidente del Premio Francesco Belluomini. Sono stato molto lieto della presentazione del mio lavoro e del libro Il silenzio dei violini: una presentazione coraggiosa, in cui i presentatori Walter Maestosi e Alma Manero hanno parlato della persecuzione che colpisce i Rom e noi difensori dei diritti umani in Italia, oltre che del valore poetico del libro. La menzione speciale mi è stata assegnata – secondo la motivazione ufficiale scritta dal presidente del Premio – sia per le mie poesie contenute nel libro, sia per le traduzioni delle poesie del co-autore Paul Polansky. Maestosi e la Manero hanno letto, con molta partecipazione, una poesia di Paul e una mia (quella che dà il titolo all'opera).
Dopo la consegna delle targhe, ho parlato a lungo con il sindaco, Alessandro Del Dotto, di Rom, delle difficoltà che questo popolo incontra in Italia e di come sia possibile sostituire alle politiche xenofobe un atteggiamento accogliente.
È stato bello conoscere Paola Lucarini, giurata del Premio Letterario Camaiore, splendida poetessa, amica dei Rom e del libro Il silenzio dei violini. Un incontro indimenticabile che produrrà nuove importanti iniziative.
Ho fra le mani la targa con la Menzione Speciale al XXIV Festival Letterario di Camaiore, che ha per me un valore inestimabile. Rappresenta tanti anni di impegno a fianco del popolo Rom, con l'attivismo, l'informazione, la poesia. Rappresenta il lavoro fatto insieme ai miei più cari amici. Rappresenta un momento di grazia, in cui l'argomento “Rom” non ha suscitato imbarazzo, ma interesse e in alcuni casi amore. Rappresenta l'importanza che la poesia ha nella mia vita e l'apprezzamento verso il mio lavoro da parte di persone e artisti che stimo: Francesco, Rosanna, Paola e tutti i membri della giuria.
Ha partecipato alla serata anche Marcello Zuinisi, musicista e difensore dei diritti umani. Insieme, abbiamo parlato con le autorità presenti della condizione dei Rom in Italia e dei progetti che possono sostituire piani efficaci di accoglienza e inclusione positiva al razzismo che dilaga ovunque.
Uno dei Premi Speciali è stato assegnato, a Camaiore, alla poetessa brasiliana Marcia Theophilo, candidata quest'anno al Nobel e impegnata da tanto tempo per la salvaguardia della foresta amazzonica, delle sue genti e della sua cultura. Il premio a questa sensibile poetessa è un'ulteriore dimostrazione dell'attenzione che gli organizzatori del Premio Letterario Camaiore hanno verso i diritti dei popoli e la tutela dell'ambiente. Non a caso Francesco Belluomini, al termine della serata, nonostante la stanchezza, ha recitato a beneficio esclusivo mio degli amici che mi hanno accompagnato alcune sue commoventi poesie civili.
Donatella Bisutti, grande poetessa e cara amica ha vinto il Premio Letterario Camaiore. Lei e io condividiamo un ideale di poesia orientata al cambiamento sociale: daremo vita a progetti di poesia e diritti umani.
Il mattino successivo alla premiazione, siamo tornati sulla spiaggia da cui avevamo iniziato una giornata memorabile. Le nostre energie e il nostro entusiasmo si sono rinnovati, guardando con aspettative importanti verso nuovi orizzonti. Grazie a Fabio, a Steed, a Marcello e a Daniela di essermi stati accanto ancora una volta. Abbiamo bisogno di condividere momenti di festa, per avere la forza di impegnarci a fondo per il cambiamento.
“Bartai sastimos” significa “fortuna e salute” in romani, la lingua dei Rom. Ecco la dedica che ho scritto sui libri donati; ecco il mio augurio agli organizzatori del Premio Letterario Camaiore, evento-simbolo della poesia che può rappresentare un motore di cambiamento sociale. Un augurio esteso a tutti coloro che si impegnano per i diritti umani. Fortuna e salute non solo per i dedicatari, ma anche per le famiglie Rom, che oggi hanno poca felicità e pochissima fortuna. A tutti gli amici del libro Il silenzio dei violini, del popolo Rom, del Premio Letterario Camaiore e miei: Bartai sastimos!