Nel giro di pochi giorni si sono verificati due fatti di grande rilievo politico, e che avrebbero dovuto avere anche un rilievo mediatico, che invece non c’è stato. Mi riferisco all’iniziativa che Marco Pannella ha definito “la battitura della speranza”, di giovedì scorso. Battitura che ha avuto luogo in decine di carceri, ha coinvolto centinaia, migliaia di detenuti; e che si collega all’altra grande, straordinaria iniziativa di nonviolenza di massa che sono stati i quattro giorni di digiuno e di silenzio di metà luglio; iniziativa che ha coinvolto parecchie migliaia di persone dentro e fuori il carcere. Rari i servizi televisivi, ancora più rare le cronache sui giornali; nessuno dei pur numerosi editorialisti, commentatori, titolari di rubrica, che pure intervengono su tutto e di più, che abbia prestato la benché minima attenzione a queste due iniziative di nonviolenza di massa.
È una riflessione che abbiamo già fatto. Se per esempio qualche militante del movimento No TAV si abbandona a gesti violenti, se durante un corteo si incendiano automobili, cassonetti dell’immondizia o vetrine di banche e agenzie interinali vengono infrante; o peggio, se degli sciagurati come periodicamente accade, inviano pacchi esplosivi o feriscono alle gambe dirigenti di azienda e imprenditori, i mezzi di comunicazione per giorni e giorni diffondono i documenti dei violenti, ne propagandano i comunicati e le parole d’ordine; se, invece delle gesta sconsiderate di pochi isolati, si tratta di grandi iniziative nonviolente, le si mortifica ignorandole; il comportamento violento viene premiato con il massimo della visibilità; quello del nonviolento censurato.
Non è esagerato, credo, sostenere che i responsabili di questo modo di fare, sono complici dei violenti. Questo, naturalmente, non ci deve far desistere dalla pratica nonviolenta, al contrario; occorre essere più ostinati, determinati, convinti della giustezza non solo della causa, ma anche del mezzo, della pratica utilizzate. Però dobbiamo esserne consapevoli e cercare le contromisure. Una settimana fa, per esempio, su Notizie Radicali abbiamo pubblicato un lungo e articolato saggio del nostro compagno Claudio Radaelli, “Quale nonviolenza per quale teoria politica?”, una riflessione preziosa, di cui fare tesoro. E sarebbe auspicabile che altri prendano il filo di quella riflessione, e diano altri contributi.
A proposito di contributi. Da oggi ha cominciato a collaborare a Notizie Radicali anche Roberto Deriu, presidente della provincia di Nuoro, militante del PD. «Sono cento per cento popolare, democratico e radicale», dice Roberto; e questo suo essere “trino” sarà un prezioso arricchimento per tutti.
Valter Vecellio
(da Notizie Radicali, 5 settembre 2012)